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Le Monde offende la Lazio: "I fascisti giocano in camicia nera"

"Divisa della Lazio come le camicie nere fasciste". Offese dal quotidiano francese. Ma i tifosi biancocelesti sono fieri della loro storia

Le Monde offende la Lazio: "I fascisti giocano in camicia nera"

Non toccate la maglia ai laziali. Per un tifoso della "prima squadra della capitale" conta più di ogni altra cosa. Lo ha fatto "Le Monde", che nella sua edizione online ha pubblicato un articolo per attaccare il club capitolino. Invece di cercare gli scheletri nei propri armadi, i francesi criticano la nuova maglietta che la Lazio utilizzerà in Europa League. Non è proprio andata giù ai commentarori francesi: tutta nera, simbolo compreso. Anzi, troppo nera: come le camicie delle squadracce di Mussolini.

Lazio fiera in "camicia nera", verrebbe da dire. Il giornalista francese Abel Mestre, che si occupa di Front National e che dunque di estrema destra dovrebbe intendersi, accusa la Lazio e i laziali di essere fascisti. Poi ricorda i saluti romani di Paolo di Canio (che "rimpiange di non poterla indossare"), la "pessima reputazione peri suoi tifosi neofascisti in Curva Nord" e il braccio teso di Stefan Radu.

Secondo Le Monde il "passato problematico" della Lazio avrebbe dovuto far cambiare idea ai disegnatori dei completi e magari portare in campo la squadra con una divisa arcobaleno. Quello che il giornalista francese evidentemente non sa, che quella che lui considera la parte più "problematica" della storia della Lazio non si ferma a Di Canio. Sarebbe stato facile ironizzare anche sul fatto che il nome completo della squadra capitolina è "S.S. Lazio": come non indignarsi al fatto che ricorda così da vicino i militi di Hitler?

Non solo. Basta guardare all'albo di iscritti della storia laziale. Il 6 ottobre del 1929, un signore di nome Benito Mussolini versò la sua quota simbolica di 1.000 lire per aderire come socio. Non portò bene, visto che alla prima uscita cui il Duce assistette da spettatore allo stadio, la Lazio prese due gol dal Napoli. Ma tant'è. Ironizzare su una maglietta è sciocco. Oltre che scorretto.

Il passato è passato, e non si può cambiare.

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