Brasile 2014

Il mondiale in corsia Francia senza Ribery "Ho la morte nel cuore"

Il fantasista del Bayern si arrende per una lombalgia Suarez e Diego Costa le spine di Uruguay e Spagna

Una schienata mette al tappeto la Francia e le sue ambizioni mondiali. Franck Ribery saluta il Brasile e starà solo a guardare, messo ko dal mal di schiena. Ieri l'ala del Bayern Monaco si è dovuto arrendere alla lombalgia che da tempo lo affligge. «È come se mi avessero preso l'anima, lascio con la morte nel cuore», la frase piena di sconforto del francese che voleva riscattare la delusione di Sudafrica 2010. Il francese ci ha provato fino all'ultimo a recuperare per giocare il suo terzo mondiale, ma ieri si è dovuto arrendere: «Ho sempre sperato di poter far parte del gruppo, soprattutto dopo i segnali positivi degli ultimi giorni. Ma mi sono sottoposto oggi (ieri, ndr) a test più complessi e ho sentito dolore. E quando sono andato in ospedale ho avuto la conferma che il mio problema non era migliorato e che non ero nelle condizioni di allenarmi e giocare normalmente». Oltre a Ribery, Didier Deschamps perde anche Clement Grenier del Lione. Il ct francese non nasconde che soprattutto la rinuncia al giocatore del Bayern Monaco può essere determinante nella corsa alla Coppa del mondo: «Senza Franck sulla carta siamo chiaramente meno performanti. L'aumento dei carichi purtroppo ha peggiorato la situazione».
In frantumi quello che Ciro Immobile ha definito «il sogno di ogni bambino, giocare il Mondiale». Ribery allunga una lista clamorosa di assenze eccellenti per motivi fisici. Nella quale si può costruire un undici titolare particolare. Infatti, se molti andrebbero anche in ginocchio al campionato del mondo, c'è un'intera squadra che potrebbe benissimo dire la sua e che è rimasta a casa proprio per un problema a quell'articolazione. È la trentatreesima selezione che potrebbe essere ribattezzata crociata mondiale. Nomi eccellenti, tutti afflitti da lesioni al legamento crociato, destro o sinistro che sia il ginocchio. Dal portiere del Barcellona Valdes al giallorosso Strootman, dal tigre Falcao alla freccia inglese Walcott, senza dimenticare i talenti che sarebbero dovuti sbocciare in Brasile, Bruma diga portoghese del Galatasaray di Roberto Mancini e Jesè pupillo di Carlo Ancelotti al Real Madrid. Per loro il Mondiale è un sogno spezzato come il legamento crociato che li ha messi in ginocchio.
Un'articolazione che tiene ansia per motivi diversi altre stelle: Vidal e Suarez sono al rientro dall'operazione al menisco. Cile e Uruguay trattengono il fiato così come il Portogallo che deve fare i conti con la tendinite al ginocchio, e dove se non lì, di Cristiano Ronaldo, forse causata anche da uno stregone africano che non ha perso l'occasione di vantarsi del maleficio. A loro si aggiungono le vittime dell'ultima ora: Oxlade-Chamberlain si è fatto male nell'amichevole contro l'Ecuador e starà fuori 20 giorni, niente Italia ma probabilmente addio Mondiale. Lo stesso Ecuador contro il Messico ha tremato per il ginocchio di Castillo.
Gli ultimi test si stanno rivelando trappole che falcidiano le selezioni. Chiedere all'Argentina che deve fare i conti con la distorsione alla caviglia di Rodrigo Palacio: il nerazzurro starà fuori dieci giorni ed è in forte dubbio per l'esordio contro la Bosnia. Chiedere alla Germania che rischia di perdere Marco Reus, infortunatosi contro l'Armenia. Chiedere alla Russia che ha invece già perso un big come Shirokov che lunedì sarà operato al ginocchio in Finlandia. La già sfortunata Olanda è alle prese con le noie muscolari all'inguine di Van Persie, accusate contro il Galles. La punta del Manchester United potrebbe essere addirittura in dubbio per la Spagna. A proposito di campioni del mondo in carica: altro giro, altro attaccante come se ci fosse una maledizione del «9». Del Bosque sta seguendo passo dopo passo il recupero di Diego Costa, uscito malconcio dall'incredibile finale di stagione dell'Atletico Madrid. Simeone lo ha rischiato contro il Barcellona, nella sfida decisiva per la Liga, e con il Real Madrid nella finale di Champions League.
Rischi da prendere, ma Prandelli ha provato sulla sua pelle quanto pericolose possano essere le amichevoli. Infatti chi ha pagato il prezzo più alto è Riccardo Montolivo, che proprio ieri è uscito dall'ospedale proprio mentre l'Italia atterrava in Brasile: frattura della tibia a una settimana dalla partenza.

Il Mondiale per ora si sta decidendo in infermeria.

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