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Morte Pantani, lo spacciatore alle Iene: ''Non è morto per cocaina, è stato ucciso''

Fabio Miradossa gli vendette l'ultima dose: ''Non è morto per cocaina, è stato ucciso. Indagate sui 20 mila euro spariti''

Morte Pantani, lo spacciatore alle Iene: ''Non è morto per cocaina, è stato ucciso''

''Marco Pantani non è morto per cocaina. Marco è stato ucciso. Magari chi l’ha ucciso non voleva farlo, ma è stato ucciso'' sono le parole dello spacciatore Fabio Miradossa, che ha raccontato la sua verità a Le Iene nella puntata di ieri sera in onda su Italia 1.

Il corpo del Pirata venne ritrovato senza vita il 14 febbraio 2004 nella sua stanza al residence Le Rose di Rimini. Fu lui a vendergli l'ultima dose ma, secondo il suo racconto, non fu quella ad ucciderlo. La giustizia ha chiuso il caso parlando di morte per overdose da cocaina: ''Marco ne chiedeva tanta di cocaina. A cosa vogliamo arrivare? Se quei 20 grammi finali...''.

Poi continua il suo racconto alla Iena Alessandro De Giuseppe: ''Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati a fondo. Hanno detto che Marco era in preda del delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco quando è stato ucciso era lucido. Marco è stato al Touring, ha consumato lì e quando è ritornato allo Chalet (il Residence Le Rose) era lucido...''. Resta irrisolto il mistero sulla somma di denaro mai ritrovata: ''Aveva prelevato 20 mila euro a Milano. Al pm ho detto 'cercate i soldi' perché in quella camera chi ha ammazzato Marco è perché cercava i soldi. Io sapevo di quei soldi perché erano per me, per la cocaina. Erano un pò per un debito vecchio e un pò una fornitura''.

Per la giustizia è un caso chiuso, Pantani sarebbe morto come conseguenza di comportamenti ossessivi, dopo aver esagerato con la droga e sfasciato tutta la sua stanza d’albergo. Quei comportamenti violenti e un cocktail di droga e farmaci, secondo i giudici, avrebbero poi portato alla morte del campione, vittima di un arresto cardiaco. Ma restano intatti i dubbi su quanto accadde davvero quel tragico 14 febbraio.

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