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Il moschettiere Alaphilippe infilza tappa e maglia

Il Tour entra in Francia e dopo 5 anni un transalpino torna in giallo. Nibali tiene, guai Aru

Il moschettiere Alaphilippe infilza tappa e maglia

Epernay Nella capitale dello champagne festeggia un moschettiere, Julian Alaphilippe. L'uomo che rappresenta alla perfezione questo inizio di Tour franco-belga, che ieri ha fatto il suo ingresso in terra di Francia. Lui transalpino doc, corre da anni per la Deceuninck-Quick Step, formazione belga. Il moschettiere arriva da solo: per la serie chi fa da sé fa per tre, anche se lui ieri pomeriggio si è fatto letteralmente in quattro.

Entra in Francia e mette in mostra tutto il suo talento, con un numero di alta scuola: stoccata e fuga. Un attacco quando al traguardo mancano ancora 16 chilometri e chi si è visto si è visto. Per lui tappa e maglia: bersaglio doppio, che riporta un francese in giallo dopo cinque anni (l'ultimo Tony Gallopin, nel 2014). Festeggia e brinda rigorosamente con champagne Alaphilippe, non a caso numero uno del ciclismo mondiale. Sulla quarta e ultima côte di giornata, il temutissimo muro di Mutigny, il francese si alza sui pedali e lascia senza sur place Sagan e compagnia.

Per il 27enne fuoriclasse transalpino è il terzo successo di tappa al Tour, undicesimo di una stagione che conta già Sanremo e Freccia. «Martedì ero venuto a vedere questa tappa con alcuni compagni: volevo fare qualcosa di bello, e ci sono riuscito ha detto raggiante -. Vincere una tappa al Tour è bellissimo, conquistare la maglia gialla è addirittura favoloso».

Una tappa pazzesca, ad alto contenuto alcolico, ma anche di alta velocità (46 la media oraria). Da qui escono col sorriso sulle labbra anche il giovane colombiano Egan Bernal e il transalpino Thibaut Pinot, che sullo strappo del traguardo guadagnano cinque secondi sul resto del plotone. Poca cosa, ma sono comunque indizi e segnali importanti: di lucidità e salute. Nibali arriva lì, appena dietro, ad una manciata di secondi con tutti i migliori, mentre il povero Fabio Aru nel finale è rallentato da un guaio meccanico, che trasforma la sua tappa in odissea: fra meccanici che non possono soccorrerlo, bici provvisorie da prendere e ridare. Alla fine il sardo lascia per strada quasi un minuto.

Non sorride l'olandese Mike Teunissen, che a sorpresa aveva indossato la maglia gialla a Bruxelles subito al primo giorno, e ieri a sorpresa la perde.

Oggi tappa per velocisti, da Reims a Nancy: Elia Viviani è chiamato a riprovarci.

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