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Né ct né esploratore: Conte, resa alla Juve

Vince la tesi di Allegri, niente convocazioni. In un calcio così mediocre il tecnico poteva approfittare per scoprire facce nuove

Allarme di Conte "Nazionale usata da molti come vetrina per giocare nel club!"
Allarme di Conte "Nazionale usata da molti come vetrina per giocare nel club!"

Niente stage per la nazionale. Ha vinto l'idea del «campato in aria» di Allegri, ha perso l'idea che la nazionale possa fare a meno della Juve. Almeno per stage. Se non per coerenza del ct. Conte ha cercato di cavarsela con un comunicato: «Dopo avere valutato l'indisponibilità di alcuni club che, in via informale, hanno manifestato difficoltà a rilasciare i propri calciatori alla Nazionale, il ct, d'intesa con il presidente Carlo Tavecchio, ha ritenuto opportuno non dare seguito al programma che era stato definito». Ovvero tutti a casa a far corsette e ripasso degli schemi nei giorni 9, 10, 11 febbraio, quelli destinati al ripasso nazionale. La patetica scusa riguardante la vicinanza delle coppe (19 febbraio Europa league, 24 febbraio la Juve in Champions) riflette l'arroganza di chi ha detto no e la conigliesca ritirata di chi ha detto: vabbè.

Si può essere d'accordo, o meno, sull'utilità di uno stage azzurro lontano dagli impegni della nazionale (prossimo appuntamento: 28 marzo in Bulgaria), ma non si può accettare che un ct focalizzi il suo lavoro e la sua idea sul «pro o contro la Juve». Ci sono loro, tutto va bene. Non ci sono: dramma nazionale, peggio guerra nazionale. L'accenno all'indisponibilità di alcuni club mette a posto la coscienza di tutti. L'osservazione, magari fondata, che in questo periodo ci sono troppi infortuni e tanti se ne rischiano, invita a riguardarsi la storia del campionato: quando mai gli infortuni hanno bloccato un ct? Quando mai nei mesi invernali il campionato non ha scontato il peso degli infortuni? Il sor Tavecchio ha ricordato «ai club di Serie A che la tutela e la valorizzazione della squadra azzurra, che sono la priorità delle strategie federali, passano per l'individuazione di spazi di lavoro ulteriori rispetto a quelli già previsti dalle normative internazionali. Ci aspettiamo risposte coerenti».

Coerenza voleva che il ct facesse le convocazioni e, magari, ne approfittasse per vedere giovani, giocatori non sempre valorizzati, provasse a cavarsela anche senza juventini e chi altri? Il nostro campionato delle mediocrità invita a scoprire facce nuove, se possibile. Poteva essere un'occasione. Non ci sono giocatori accettabili per la nazionale? È probabile, ma bisogna tentare, lasciando indietro quelli sui quali contare per certo. Non si vive di soli schemi, piuttosto di semi da coltivare. Servono calciatori, lo schema nasconde la povertà. Un ct mette meno tempo ad insegnare un modo di giocare. Molto di più a instillare un modo di pensare. Dunque, ogni occasione va colta: non è indispensabile avere sempre tra i piedi Bonucci e un clan di vecchie (nel senso del tempo) glorie azzurre. Il calcio nazionale sta diventando un deserto, un vivaio di polli da batteria: mancano personalità, eccellenza tecnica, qualità nei ruoli specifici. Serve un esploratore.

Assecondare le lune juventine è un pericoloso precedente. Se il ct vuol fare il ct e non, invece, lasciar la causa appena possibile, dimentichi il bianconero e instauri il bianco neuro per chi non segue lui e gli interessi azzurri.

Inutile minacciare dimissioni: essere o non essere, questo è il problema.

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