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Nainggolan, una botta che fa sfiorire la Viola

Giallorossi, vittoria n.25 (ottava di fila) e aritmetico secondo posto Resta una piccolissima speranza di scudetto, distante sempre 8 punti

Nainggolan, una botta che fa sfiorire la Viola

Firenze - La Roma ha vinto con merito e facilità a Firenze conquistando la venticinquesima vittoria, l'undicesima in trasferta in questo campionato - record assoluto nella storia della Roma - e l'ottava consecutiva. Per la ventesima volta la Roma ha chiuso la partita senza subire gol. I giallorossi da ieri sera sono matematicamente secondi, in Champions League dalla porta principale. In totale sono 82 punti come nel miglior piazzamento dell'era Spalletti, tra l'altro presente in tribuna al Franchi. Solo applausi per la squadra allenata magistralmente da Garcia. I giallorossi restano a 8 punti dalla Juventus. Ljajic, ex avvelenato, Castan e De Rossi, i migliori.
Diverso il discorso per la Fiorentina, spenta e poco dinamica. De Sanctis non ha fatto una parata e le rarissime conclusioni dei viola non sono mai state all'interno dei pali. I viola nel girone di ritorno hanno perso 4 volte in casa, con Inter, Napoli, Milan e Roma, dimostrando che il Franchi non è più il fortino di una volta. L'Inter adesso è a due lunghezze, per Montella diventa indispensabile blindare il quarto posto, in attesa della finale di Coppa Italia a Roma contro il Napoli (3 maggio).
Una sfida con convitati di pietra illustri: da una parte Rossi e Gomez, dall'altra Destro, Strootman e Benatia.
La Roma è stata aggressiva fin da subito, impartendo gli ordini della partita. Viola col rombo e senza attaccanti di ruolo, Ilicic sulla trequarti a sostegno di Matos e Cuadrado. In mediana i titolari di sempre: Aquilani, Pizarro e Borja Valero. Garcia, invece, ha tenuto più bassi, davanti alla difesa, De Rossi e Nainggollan, sistemando Gervinho e Ljajic esterni, Pianjc al centro dietro Totti.
Giallorossi a palleggiare, Fiorentina a guardare, cosa tra l'altro non abituale per la squadra di Montella. E dopo nove minuti Gervinho si è mangiato un gol incredibile, dopo uno strappo bruciante della Roma, favorito da una palla senza guardare di Totti, fuga di Ljajic e Gervinho, solo a pochi metri da Neto, ha messo al lato lasciando esterrefatti i suoi compagni.
I viola provavano ad arrivare ai venti metri della Roma, ma lì si infrangevano in De Rossi e la terza linea. E soprattutto, quello che colpiva, era la gestione delle ripartenze: elaborate quelle dei viola, a tre tocchi e poi in porta quelle della Roma. Differenza anche a centrocampo: la Fiorentina affidata solo al tic-toc, giallorossi invece più fisici. Quando Ljajic ha sgasato alla trequarti, partendo da destra, nessun viola è riuscito a contrastarlo. Il serbo è riuscito a servire un assist perfetto a Naingollan che ha bucato Neto.
Dopo il vantaggio la Roma ha cambiato atteggiamento, ritraendosi di qualche metro, pronta a riallungarsi.
Sul finale del primo tempo una punizione di Ilicic è stata respita dal gomito di Totti: vibrate proteste dei viola, ma per Mazzoleni tutto regolare.
Montella nella ripresa ha deciso di inserire l'unico centravanti a disposizione, Matri, al posto di un evanescente Matos. La scelta, però, non ha pagato perché è stato ancora il centrocampo della Roma a sovrastare i viola. Ilicic trequartista vagabondo, senza grinta e idee. Aquilani e Borja Valero sotto ritmo, come un po' tutta la Fiorentina. Un atteggiamento che ha assecondato i desideri della Roma, perfettamente a proprio agio in questo assetto di gara.
È entrato anche Joaquin nella Fiorentina al posto di Ilicic, con Borja Valero riportato sulla trequarti. Nella Roma dentro Florenzi per Totti e poi Bastos per Ljajic, fischiato dai suoi ex tifosi. In campo anche Torodisis per uno stanco Dodò. La Fiorentina ha tirato in porta senza prendere mai lo specchio e l'unica occasione, seppur su calcio di punizione di Ilicic, ha visto Savic a tre metri da De Sanctis, alzare il pallone sulla traversa. Matri ha reclamato per un fallo di mano, ma non è sembrato calcio di rigore, il viola è stato anche ammonito per proteste.

È finita con la Roma a festeggiare la conquista della Champions e Montella a rimuginare sulla vittoria contro la sua ex squadra che non è mai arrivata da quando allena.

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