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Napoli agli ammutinati: andate a lavorare

Tifosi arrabbiati: «Mercenari, rispetto». Insigne, a rischio fascia e Nazionale

Napoli agli ammutinati: andate a lavorare

Napoli Prevista e prevedibile. La reazione della città, delusa, tradita, triste e arrabbiata è contro la squadra. Fotografia perfetta dell'ambiente Napoli dopo l'ammutinamento di mercoledì: i nuovi Masaniello non hanno ricevuto alcun appoggio dal popolo del San Paolo, per gli azzurri soltanto fischi e dura contestazione. Dalla quale è stata escluso totalmente Carletto Ancelotti, in parte il presidente che pure non ha mai avuto rapporti cordiali con le sigle del tifo più acceso. Strategica, chirurgica l'operazione del club: messa in piedi da tempo, l'iniziativa di aprire dopo anni le porte del San Paolo per assistere all'allenamento è stata confermata la sera stessa del fattaccio. Fuori i giornalisti, dentro la gente per misurarne il termometro: l'ovvia risposta è stata quella di mandare a quel paese gli azzurri.

Dei circa quindicimila abbonati, se ne sono presentati appena cinquecento sulle gradinate. Altri hanno preferito attendere all'esterno l'arrivo dei calciatori, giunti con mezzi propri: lancio di petardi, fumogeni accesi, monetine contro la stampa e un'infinità di cori indirizzati ai protagonisti, conditi da offese ed epiteti di ogni genere, il più carino dei quali è stato l'immancabile «mercenari, andate a lavorare». Insigne il più bersagliato, e non poteva essere diversamente, lui napoletano che ha sempre avuto un rapporto di amore-odio con la tifoseria: più volte l'attaccante è stato invitato ad andare via. L'unico momento di apparente serenità è stato quando Mertens si è avvicinato ai distinti, settore dove si era raggruppata la maggior parte delle persone: applausi e un gesto di scusa verso i tifosi, che hanno gradito. Non è stato così per Allan e Callejon, fischiati a lungo come Insigne. Il quale adesso potrebbe essere degradato: il club sta infatti pensando di togliergli la fascia di capitano. Da leader del gruppo avrebbe dovuto mediare anziché alimentare la tensione, fare un passo indietro e invitare i compagni allo stesso gesto: fino a ieri nessuna mano tesa da parte della squadra.

Società rappresentata in tribuna dal figlio del patron, il vicepresidente Eduardo: è con lui che si è consumato il violento litigio post-Salisburgo negli spogliatoi, che ha poi portato la squadra a disertare il ritiro. Oggi è vigilia di Napoli-Genoa, almeno stasera i giocatori raggiungeranno Ancelotti in clausura. E chissà quale formazione ha in mente Carletto: alcune scelte, stavolta, saranno più politiche che tecniche. La Figc osserva la situazione e gli azzurri napoletani, in primis Insigne, oggi potrebbero restare fuori dalle scelte del ct Mancini per Bosnia e Armenia.

E intanto a Torino spunta uno striscione contro il presidente del club granata: «Cairo vattene» mentre a Brescia gli ultras dicono la loro sul caso Balotelli: «Mario stai calmo e suda la maglia».

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