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A Natale il piano per la rissa di San Siro

Arrestato il «Viking» Ciccarelli. L'agguato deciso a casa del tifoso ucciso

A Natale il piano per la rissa di San Siro

Arrivano due nuovi arresti per gli scontri fra tifosi a Milano la sera del 26 dicembre, poco prima di Inter-Napoli. Ieri sono finiti in carcere Nino Ciccarelli, uno dei capi storici della Curva Nord dell'Inter e fondatore dei «Viking», e Alessandro Martinoli, ultra del Varese e membro dei «Blood & Honour». A quest'ultimo gruppo apparteneva anche Daniele Belardinelli, il 39enne investito e ucciso durante gli scontri di via Novara.

I due ultra, 49 e 48 anni, sono accusati di rissa aggravata, lesioni e lancio di oggetti pericolosi. Il solo Ciccarelli, condannato in passato a 12 anni di carcere per tentato omicidio, rissa, furto, lesioni e altro, anche di violazione del Daspo. Il suo nome era già tra gli indagati per la guerriglia di Santo Stefano, cui avrebbero partecipato un centinaio di nerazzurri e tifosi gemellati del Varese e del Nizza e un'ottantina di napoletani. Assistito dagli avvocati Mirko Perlino e Omar Gafaar, era stato convocato in Questura il 30 dicembre. Aveva ammesso di aver partecipato agli scontri, ma dopo essersi trovato «per caso» in via Novara. Sia Ciccarelli sia Martinoli compaiono nei video della battaglia.

Gli indagati per la morte di «Dede» Belardinelli sono 27, tra nerazzurri e napoletani. Ieri è cominciata l'autopsia sul corpo della vittima, disposta dal procuratore aggiunto Letizia Mannella. Dalla nuova ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Guido Salvini emerge che il giorno di Natale a casa di Belardinelli si è svolto un vertice per preparare l'agguato ai tifosi avversari. La vedova dell'ultra ucciso, sentita come testimone, ha dichiarato che Martinoli la sera del 25 ha dormito a casa di Dede, «si è accordato con Belardinelli e altri ultra per recarsi a Milano in occasione della partita Inter-Napoli, ha partecipato alla rissa e ivi si è procurato le ferite emerse agli atti». Da qui la deduzione del giudice che Marco Piovella, altro capo della Curva arrestato, «non ha riferito e quindi ha cercato di mantenere il silenzio in merito alla presenza di un gruppo di persone appartenenti all'area ultra di Varese, almeno quattro, con lui il giorno di Natale in casa Belardinelli, un incontro che è stato certamente propedeutico all'organizzazione» del blitz. Secondo le ricostruzioni, Martinoli «armato verosimilmente di coltelli si scaglia contro i napoletani cercando di colpirli» e ne colpisce uno. Anche lui ha precedenti penali per furto, droga, scommesse clandestine. Ne viene sottolineato «l'atteggiamento menzognero e la mancanza di collaborazione per individuare i responsabili della morte del compagno».

Conclude il gip: i fatti di Santo Stefano sono «tra i più gravi che si possano immaginare all'interno di tale reato (rissa, ndr) perché i suoi organizzatori, tra cui si annoverano i due, hanno coinvolto in gran numero anche dei giovanissimi e anche perché episodi simili possono essere l'anticamera di altre violenze e rappresaglie».

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