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Nel Diavolo di Giampaolo s'intravedono cose belle

Suso nella nuova posizione funziona, difesa da sistemare. E Piatek (stanco?) non fa il pistolero

Nel Diavolo di Giampaolo s'intravedono cose belle

Comincia a promettere qualcosa di molto interessante il Milan di Giampaolo. Comincia perché mancano tre settimane all'inizio della giostra e perché all'appello di Milanello mancano ancora un bel po' di titolari. Ma il 2 a 2 (7-6 dopo i rigori, decisivo l'errore di Maldini jr) di ieri a Cardiff (65mila spettatori) al cospetto del Manchester United che tra qualche giorno debutta in Premier league non è soltanto un buon risultato. Dietro i primi veri gol della stagione, ci sono un bel po' di giudizi lusinghieri e qualche meccanismo (in difesa sul fianco destro tra Calabria e Musacchio) da sistemare meglio per evitare di farsi infilare allo spiedo come accaduto nelle due azioni-gol dell'United. Ah se Gattuso avesse raccolto il consiglio di qualche autorevole ex presidente e avesse spostato Suso dal binario di destra dietro le punte! Ieri abbiamo avuto la riprova, plastica: l'idea era proprio buona. Dello spagnolo il primo gol (rasoiata di sinistro dal limite), suo il suggerimento per il 2 a 1 condiviso tra Castillejo e deviazione inglese, sempre di Suso qualche altra giocata autorevole a dimostrazione che forse certi piani di mercato (trattativa per cederlo alla Roma) sono proprio da rivedere. E non solo per lui. Perché ad esempio Borini mediano è una novità positiva, così come Calhanoglu provato nel finale al posto di Biglia, da centrale di centrocampo, il grande rimpianto di Gattuso confessato a pochi giorni dall'addio («peccato non sia riuscito a convincerlo a cambiare ruolo» disse a il Giornale), segno che il lavoro di Giampaolo di questi primi tempi rossoneri è davvero molto interessante oltre che creativo e può produrre risultati inattesi.

Il limite fin qui ripetuto dalle tre diverse amichevoli è in attacco dove Piatek sta cambiando caratteristiche: non resta lì davanti con la pistola nella fondina in attesa di fare il killer, no rientra, offre un contributo alla compagnia e forse disperde energie preziose mentre Castillejo è un attaccante di ripiego come si capisce chiaramente. Perciò Maldini e Boban (ieri assente e secondo taluni in giro per colloqui di mercato) continuano a parlare con l'Atletico per Correa poichè Andrè Silva (pochi minuti a disposizione) non offre le garanzie necessarie. È quello l'anello debole del Milan di questi tempi che sta aspettando di vedere Leao (in panchina ieri a Cardiff) all'opera e di decifrare il ruolo giusto per Bennacer, stella della coppa d'Africa. «Porta su, porta su» è il grido di battaglia di Giampaolo ed è il cambiamento più vistoso rispetto al Milan dell'altro giorno. La squadra palleggia anche all'indietro ma poi esce sempre dal pressing altrui senza correre rischi mortali se non in occasione del primo gol subito da Rushford (palla persa sulla tre-quarti).

Anche questo è un segnale promettente di un calcio visto all'alba dell'era Berlusconi, con Arrigo Sacchi per intendersi, ieri salutato da Matteo Salvini sulla spiaggia di Milano Marittima.

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