Russia 2018

Nella notte più lunga Tavecchio e Ventura legati nel bene e nel male

Un fiasco sarebbe anche un tracollo economico per la Figc. E arriverebbe il commissario Malagò

Nella notte più lunga Tavecchio e Ventura legati nel bene e nel male

A un passo dall'apocalisse, occorre fare i conti con la dannatissima, eventuale eliminazione dai mondiali. E sono conti che raccontano in anticipo i tormenti di Tavecchio e del suo governo calcistico. La telefonata informale fatta a Infantino, presidente della Fifa, seguita alla sfida di venerdì sera a Solna e al naso rotto di Bonucci, può passare alla storia come il colloquio tra due sodali preoccupati dal rispettivo crac. Già perché lasciare l'Italia fuori dai mondiali di Russia sarebbe un pessimo affare anche per la Fifa in materia di diritti televisivi. Il valore, e di conseguenza le offerte di Sky, Rai e Mediaset, per il mercato italiano, crollerebbe in modo verticale passando dai possibili 150 milioni a meno della metà, al pari dell'interesse delle aziende già pronte a sponsorizzare la prossima estate calcistica. Anche Tavecchio, allora, deve dare, preoccupato il giusto, un'occhiata al bilancio federale. L'ultimo, targato 2016, ha una cifra pari a 175 milioni. E anche qui l'effetto vizioso di una sciagurata bocciatura mondiale metterebbe in discussione oltre che gli introiti in Russia (per qualificazione bonus da 2 milioni di dollari, tra 16 e 18 milioni di dollari il cachet per l'approdo ai quarti di finale) anche gli attuali contratti dello sponsor principale, la Puma (19 milioni più premi) e dell'advisor, Infront (14,5 milioni). Perciò sarebbe l'apocalisse per il calcio di casa nostra. E le conseguenze inevitabili diventerebbero sia politiche sia tecniche.

Giovanni Malagò, presidente rampante del Coni, è stato didascalico nei giorni scorsi citando il precedente di Abete (e Prandelli), dimissionari il giorno dopo l'eliminazione dal torneo iridato in Brasile. Questa la regola non scritta: chi subisce una sconfitta storica ha il dovere di farsi da parte e lasciare ad altri il compito della ricostruzione. Carlo Tavecchio ha replicato mettendo i sacchi di sabbia alla finestra del suo ufficio romano ma sarebbe complicato resistere alle pressioni di media e politica. A quel punto lo sbocco certo è il commissariamento della federcalcio con il numero uno del Foro Italico come accadde già ai suoi tempi Gianni Petrucci. L'ago della bilancia potrebbe diventare Palazzo Chigi e in particolare il ministro dello Sport Luca Lotti.

Ancora più a rischio il destino di Gian Piero Ventura che viene considerato in bilico persino in caso di qualificazione contro la Svezia. La palese insoddisfazione per alcune scelte (ultima Insigne mezzala al posto di Verratti) e la mediocrità del calcio esibito hanno logorato immagine e credibilità del ct più di qualche frase fuori posto. Qui la ricerca del sostituto è un capitolo ancor più complesso. La prima affascinante candidatura è quella, condivisa, di Carlo Ancelotti: per convincerlo, più che il valore del contratto, bisognerebbe puntare sul richiamo patriottico. Max Allegri è, per caratteristiche tecniche, il più adatto di tutti all'incarico. Nessuno dei due è arruolabile da gennaio: sarebbe perciò necessario un traghettatore.

Scontato il nome di Gigi Di Biagio, attuale ct della Under 21.

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