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Nibali, fuoriclasse vero. Colpo d'orgoglio al Tour nel gran giorno di Bernal

Vincenzo si riscatta con un numero sulle Alpi a cinque anni esatti dal suo trionfo in giallo

Nibali, fuoriclasse vero. Colpo d'orgoglio al Tour nel gran giorno di Bernal

Val Thorens Dopo la tempesta, il sereno. Dopo tante nubi scure, finalmente un po' di azzurro, che più azzurro non si può. Proprio in zona Cesarini, nell'ultima frazione alpina in programma, una tappa che doveva essere di 130 km ridotta a 59 per questioni di viabilità dopo appunto la tempesta che si è abbattuta l'altro ieri sul Tour (frazione che non è mai arrivata a Tignes, ma si è fermata lungo la discesa dell'Iseran, ndr), Vincenzo Nibali si regala una giornata da ricordare.

E la cosa curiosa è che decide di farlo in un giorno particolare, che significa molto per lui e per il ciclismo tutto. Il 27 luglio di cinque anni fa Vincenzo saliva sul podio di Parigi per completare la sua collezione di Grandi Giri. Dopo la Vuelta e il Giro, ecco anche il Tour. Ieri celebra il suo anniversario, e lo fa nel giorno dell'apoteosi degli ex Sky oggi Ineos (la struttura, il team è sempre lo stesso, ha cambiato solo sponsor), con Egan Bernal e Geraint Thomas, che si piazzano ai primi due posti in classifica. E se pensiamo che questo fantastico campione, del quale forse capiremo la sua grandezza solo quando smetterà di correre è stato l'unico in grado di interrompere la dittatura del team diretto da David Bradford, capiamo di chi stiamo parlando e della sua dimensione. Semplificando: se non ci fosse stato Nibali, la Sky/Ineos avrebbe vinto negli ultimi otto anni otto Tour. Con Nibali tra i pedali, si dovrà accontentare di festeggiare questa sera il settimo sigillo.

Arrampicandosi da solo sull'ultima salita della corsa, lo Squalo sistema un po' di questioni tutte assieme. Intanto un digiuno di vittorie che durava da sedici mesi (exploit a Sanremo nel marzo 2018); il brutto ricordo della caduta costatagli una frattura alla vertebra proprio su queste strade (Alpe d'Huez); tre settimane di fatica e amarezze, perché presentatosi in Francia dopo il Giro con metà serbatoio e poca energia mentale.

Va in fuga subito, Vincenzo. Fin dal km zero, con altri quattro avventurieri. Poi a 12 km dal traguardo parte e va. Lo rivedranno sul podio, con la medaglia del vincitore e il numero rosso del corridore più combattivo. Un trionfo quello di Vincenzo che vale il 53° successo in carriera, che al Tour gli mancava dalla tappa di La Toussuire, nel 2015.

Per la classifica finale nessun problema per Egan Bernal, che a soli 22 anni festeggerà questa sera sui campi Elisi il suo primo Tour. Che è poi anche il primo trionfo in giallo per un corridore sudamericano, un colombiano, il terzo successo extra europeo del Tour dopo quelli di Greg Lemond (Usa) e Cadel Evans (Australia).

L'olandese Kruijswijk toglie il podio al bravissimo Alaphilippe, al quale si spegne la luce a una dozzina di chilometri dalla vetta. Thomas l'ultimo re del Tour si prende il secondo posto alle spalle del compagno Bernal, al quale alza il braccio sul traguardo onorandone la vittoria: e meno male che c'era chi li aveva visti in guerra, pronti a darsi pugnalate tra le scapole.

I due vanno d'amore e d'accordo per tre settimane: questa sera festeggeranno nella ville lumiere.

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