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Nibali settimo Italiano a vincere il Tour Ecco tutti i nostri eroi alla Grande Boucle

Con il successo di Nibali, bisogna aggiornare le cifre relative alle vittorie italiane al Tour: i trionfi ora sono 10. Il primo ad iscrivere il suo nome nell'"Albo d'oro" della Grande Boucle fu Bottecchia, esattamente 90 anni fa, poi vennero Bartali, Coppi, Nencini, Gimondi, Pantani e infine Nibali

Nibali, dominatore dell'edizione 101 del Tour de France
Nibali, dominatore dell'edizione 101 del Tour de France

Nella giornata di ieri Vincenzo Nibali è diventato il settimo azzurro a vincere il Tour de France, conquistando una "stelletta" ideale dato che si tratta del decimo successo italiano nella corsa a tappe francese.

Il pioniere fu Ottavio Bottecchia, che realizzò persino una doppietta arrivando davanti a tutti a Parigi nel 1924 e nel 1925. La prima vittoria - al netto delle epoche diverse - somiglia un po' al trionfo di Nibali, visto che Bottecchia rimase in maglia gialla dal primo all'ultimo giorno di gara. Due anni più tardi lo trovarono morto per strada, e la sua leggenda si ammantò di mistero.

A cavallo della Seconda guerra mondiale, Gino Bartali fece suo per due volte il Tour, nel 1938 e nel 1948. Epica la vittoria del '48: si aggiudicò 7 tappe, salvando così l'Italia ad un passo dalla guerra civile in seguito all'attentato a Togliatti. Sono anni in cui gli Italiani spadroneggiano in Francia: nel 1949 Bartali è secondo alle spalle di Fausto Coppi, che già aveva vinto il Giro ed è il primo a realizzare l'accoppiata Giro-Tour nella stessa stagione. Il "Campionissimo" si ripeté nel 1952, lasciando il secondo in classifica a quasi mezzora. Solo due corridori nella storia del ciclismo hanno vinto Giro d'Italia e Tour de France per due volte nel medesimo anno: parliamo di Coppi e Indurain.

Nel 1960 toccò a Gastone Nencini, che può essere accostato a Nibali per le doti di discesista. E in quel Tour Nencini attaccò il primo in classifica Riviére proprio in discesa, il Francese precipitò in un burrone, si fratturò la colonna vertebrale e rimase paralizzato, chiudendo lì la propria carriera. Nencini giunse a Parigi da vincitore, sei mesi dopo la morte di Coppi. Nel 1965 a vincere fu Felice Gimondi, che stupì tutti al debutto nella "Grande Boucle". Il suo percorso di quell'anno al Tour ricorda quello di Nibali: vittoria di tappa all'inizio, poi altri due successi nell'ultima settimana per rafforzare il primato. Dopo Gimondi, l'attesa pare infinita: a interrompere il digiuno ci pensa Marco Pantani 33 anni più tardi, nel 1998. Il "Tour" del Pirata fu una corsa tormentata, con il ciclone del doping che iniziava a vorticare sul ciclismo. Numerose le esclusioni in quel Tour, la sfida è ristretta a Pantani e Ullrich; il Tedesco detta legge a cronometro, il Romagnolo lo annienta in salita, mandandolo in crisi sotto la pioggia battente con un attacco da lontano nella tappa di Le Deux Alpes. Entusiasma un'intera Nazione, che appena un mese prima l'aveva visto trionfare anche al Giro.

Nibali è il primo italiano a vincere in Francia nel terzo millennio. Ha corso da dittatore, conquistando tappe in pianura e in montagna, dando l'impressione di avere sempre sotto controllo la corsa e gli avversari. La sua è una figura che nobilita la storia recente del Tour, infangata dal doping.

Lo "Squalo dello Stretto" non è mai stato sfiorato neppure dal sospetto ed è il volto sereno e vincente di un ciclismo pulito che troppo spesso è mancato negli ultimi anni, soprattutto al Tour.

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