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Nibali show a Superga: è in forma Tour Il tricolore resta ancora sulle sue spalle

Torino. La seconda maglia tricolore c'è, quella gialla si vedrà.

Per Vincenzo Nibali, per il secondo anno consecutivo campione d'Italia, la marcia di avvicinamento alla Grande Boucle è fino a questo momento la stessa, così come uguale è stata la preparazione e l'approccio alle corse.

Un anno fa tanta fatica e zero vittorie, fino al campionato italiano di Fondo. Quest'anno uguale: tanti ritiri, tanto allenamento, zero vittorie fino a ieri pomeriggio, nella gara che valeva ancora una volta il titolo italiano. Un anno fa un urlo liberatorio e poi le lacrime. Ieri no, solo un sorriso fiero e il volto un po' più disteso dopo tanto aspettare.

«Ero un po' bloccato dalla paura di sbagliare - ha detto a caldo il fuoriclasse siciliano, appena tagliato il traguardo -, fare un anno senza vittorie è davvero molto dura. Anche se ti dicono di stare tranquillo, tranquillo non lo sei mai per davvero, ti vengono i dubbi. Hai il timore di non raggiungere mai il top della condizione».

Sotto la tenda adibita a spogliatoio nei pressi dell'arrivo e all'ombra della Basilica di Superga, Vincenzo riprende fiato. Si asciuga il volto con la spugna, chiede un po' d'acqua fresca mente Pallini, il fedele massaggiatore, se lo asciuga da cima a fondo.

«Finalmente un po' di condizione è arrivata - aggiunge il tricolore-, oggi ho riprovato le sensazioni che cercavo. Volevo un segnale per andare in Francia più sereno e oggi sono soddisfatto di quanto sono riuscito a fare e per come l'ho fatto».

Al primo passaggio sulla salita di Superga, gli attacchi del re del Tour hanno messo alla frustra il drappello dei superstiti. Alle sue accelerazioni resistono solo Francesco Reda e Diego Ullissi (che si piazzeranno nell'ordine, ndr), ma il vero capolavoro il siciliano lo fa in discesa.

«Quando ho visto che esitavano, mi sono buttato giù. Ho detto: meglio non farli ragionare e farli soffrire prima della nuova ascesa al Superga…».

Nibali volteggia sulla sua bicicletta, mentre Ulissi e Reda faticano a tenergli la ruota.

«In questo modo li ho costretti a fare gli straordinari e soprattutto a non alimentarsi, mentre io ho potuto gestire al meglio la situazione».

E poi l'ultimo pensiero rivolto al Tour che scatterà da Utrecht sabato prossimo.

«Ormai manca poco - ha detto - e andare in Francia a lottare con questa maglia ha un sapore speciale. Sarà una bella bandiera che girerà in gruppo. Spero di farvi divertire, ci proverò finché avrò forze per tutti quelli che mi vogliono bene. Chi temo al Tour? Rispetto tutti e non temo nessuno.

Se non il Tour…».

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