Sport

Non basta il Pistolero Il Milan si spegne e Belotti lo ribalta

I rossoneri giocano bene e vanno in vantaggio col rigore di Piatek. Poi il Gallo li castiga 2 volte

Non basta il Pistolero Il Milan si spegne e Belotti lo ribalta

Un tempo per sognare il rinascimento, un tempo per sprofondare nella mediocrità inquietante della terza sconfitta su 5 partite. È il destino malinconico del Milan di Giampaolo, salutato prima di cominciare da una lunga, appassionata dichiarazione di fiducia firmata da Paolo Maldini, e protagonista di una bella frazione, la prima, colma di tiri in porta, un golletto su rigore, e buonissime trame. Il Toro, matato, si rifà vivo nella ripresa quando Belotti incarna la reazione orgogliosa dei suoi. Sotto porta è un ciclone che mette in crisi la difesa rossonera e scopre anche qualche incertezza di Donnarumma. Da solo o quasi rimonta e riporta in sereno in casa Cairo.

Alla ricerca della scintilla. Per accendere il Milan dopo 4 sfide al semi-buio, c'è bisogno della scintilla che arriva da uno scatto formidabile di Leao abbattuto in area da De Silvestri. Il rigore di Piatek, con quella curiosa rincorsa a esse, mette la sfida sui binari giusti per i rossoneri che a quel punto ritrovano scioltezza nelle giocate ed efficacia nei tiri in porta. Il famoso deficit denunciato dalle statistiche (media di 2,3 tiri a partita) è smentito dalla perfomance del primo tempo durante il quale ancora Leao e Calhanoglu costringono Sirigu a un paio di interventi decisivi mentre il centravanti polacco in elevazione sfiora ancora il bersaglio. Al Toro, stupito e sorpreso da quel Milan, non resta che approfittare dell'unica sbavatura (lancio lungo, con uscita avventurosa di Donnarumma e Belotti che alza sulla traversa a porta vuota) sul primo gong. Le novità introdotte dopo il derby da Giampaolo sono quelle attese con Theo Hernandez riconfermato a sinistra dopo lo spezzone, Bennacer al posto di Biglia: non una rivoluzione quindi, a dimostrazione che c'è bisogno di recuperare la migliore memoria del Milan passato. Il sistema di gioco è quello classico, il 4-3-3 di Gattuso per intendersi, con Suso largo a destra, Leao a sinistra in modo da tenere sotto pressione il trio difensivo granata.

Nella ripresa Mazzarri corregge un paio di pedine mentre Giampaolo spalanca il Milan a Bonaventura dopo un calvario di 9 mesi (ultima apparizione 25 ottobre 2018) per dare il cambio a Leao logorato dagli scatti a ripetizione. Piatek, in apertura, sfiora il raddoppio prima di cedere la scena a Belotti che nel giro di 4-5 minuti riesce a rovesciare le sorti della sfida. Ci sono un po' di responsabilità diffuse sul primo (di Donnarumma) e sul secondo (della coppia Musacchio-Romagnoli) oltre alle proteste della panchina rossonera per il fallo su Calhanoglu non ravvisato dall'arbitro Guida ma il Toro vede premiato lo sforzo fisico effettuato nel finale schiacciando oltre misura il rivale rimasto senza più benzina, ancora una volta incapace di ritrovarsi nelle curve più insidiose. Seconda sconfitta consecutiva per il Milan: una ciabattata di Kessiè poteva evitarla.

Il Toro, salvato alla fine da una paratona di Sirigu, riprende fiato e colorito.

Commenti