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Non solo una partita Tra Signora e Diavolo è la sfida dei nervi tesi

Juventus con il tridente, tre punti per il sorpasso. Mihajlovic vede ombre ma è sicuro di fare risultato. La posta in palio è alta e lo Stadium un bunker

Non solo una partita  Tra Signora e Diavolo  è la sfida dei nervi tesi

Ore delicate, oltre a Juve-Milan a Torino c'è anche il concerto di Madonna e la visita di Renzi. Preoccupati? No, facciamo come sempre, grazie per il consiglio, solo con una preoccupazione in più. Allegri: «Battiamo il Milan e risaliamo».Mihajlovic: «Abbiamo tutto per portare a casa il risultato».L'hanno presentata come una delle più importanti della stagione, non hanno caricato, ma probabilmente lo è in assoluto, c'è solo in palio tutto. Allegri che esce sconfitto poi deve passare dall'ufficio di Marotta che gli ha spiegato in settimana come l'obiettivo minimo sia qualificarsi per la prossima Champions. Sinisa che incassa l'ennesima sconfitta, accelera i minuti che gli rimangono a disposizione. Poi naturalmente ognuno dice che non è così, in fondo conterebbe di più la prestazione, ma uscire senza punti dallo Stadium equivale a infilarsi nuovamente nel gregge con un'autostima ai minimi storici. Anche con una bella prestazione che non fa punti.La Juventus non è quella che si legge sulla classifica generale, settimo posto con Atalanta e Lazio. Potrebbe schierarsi con il rombo ma proporre Hernanes e cercare guai è un po' la stessa cosa. Se invece, più probabile, Allegri mette giù il tridente offensivo Cuadrado, Dybala e Morata, con Mandzukic in allarme, tiene sveglio Donnarumma che davanti si ritrova una nuova coppia centrale per il probabile impiego di Alex al fianco di Romagnoli. Ma sono soprattutto i due esterni Abate e Antonelli a giocarsi la grande prestazione, la Juve sulle fasce costruisce la sua tela, 92 cross utili in queste prime dodici giornate, una percentuale impressionante del 65 per cento di possesso palla nelle gare casalinghe, e un precedente storico con il Milan di tutto rispetto. Eppure delle due rischia di più, Mihajlovic in fondo è in perfetta simbiosi con il momento che sta vivendo il mondo, non sa cosa, dove e quando, ma si aspetta di tutto. E allo stesso tempo va a Torino sapendo che è meglio spianarsi in casa dei campioni piuttosto che a San Siro con l'Atalanta. Si presenta nelle condizioni ideali a patto che sospenda quest'aria sospettosa che lo incupisce. Dopo il pari interno con l'Atalanta dice che è stato fatto troppo chiasso, neanche avesse perso: «Attorno alla squadra c'è un clima un po' strano». È diventato più introspettivo rispetto all'irruente serbo che non guardava in faccia nessuno, tantomeno gli altri. In mezzo ha fuori Bertolacci e De Jong per infortunio, tiene Poli e Honda in panchina e spera in Bacca rientrato solo giovedì dall'impegno con la nazionale: «È tornato 12 ore prima rispetto all'altra volta. Anche prima della gara contro il Torino voleva giocare dall'inizio, ma dobbiamo stare attenti». L'alternativa è Luiz Adriano, non la stessa cosa. Allegri non ha ancora deciso dove mettere Dybala, s'è innervosito quando gli hanno chiesto come fosse possibile avere dubbi su un talento del genere e lui ha risposto che se qualcuno avesse tempo di andare a leggere i tabellini scoprirebbe che è la punta con il maggior numero di presenze: «Più di così non è possibile, a meno che non lo porti a giocare anche al calcetto».Su una cosa sono d'accordo, Juventus-Milan non sarà decisiva, mancano ancora 25 partite, tutti e due, l'hanno detto loro, aspettano la sosta per tirare una prima riga.

La Juve se vince diventa sesta, il Milan quinto, forse.

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