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Nove "italiani" nella squadra anti-Italia

Sono 50 gli argentini nelle rose della Serie A: è il gruppo straniero più numeroso

È merito di Papa Francesco se la storia di Italia-Argentina scriverà un nuovo capitolo domani all'Olimpico. Un “miracolo” dopo dodici anni e qualche mese di digiuno di sfide tra azzurri e albiceleste. L'ultima amichevole si disputò nel 2001 proprio a Roma con la vittoria dei sudamericani (Kily Gonzales e Crespo rimontarono Fiore). Esclusi i rigori è uno dei due successi (l'altro nel '56) che l'Argentina vanta contro l'Italia nei 13 precedenti. Gli azzurri tra le sei vittorie hanno due fiori all'occhiello: mondiali '78 e '82. E una macchia: i rigori che condannarono la squadra di Vicini nella semifinale di Italia '90. Già, Diego. Ha fatto anche gol, ma non è mai riuscito a battere la maglia azzurra. Non ci riuscì nemmeno nel trionfo messicano del 1986: firmò il pareggio dopo che Altobelli gli aveva messo paura. E addirittura andò peggio all'Argentina nel mondiale vinto in casa nel ‘78: l'Italia gelò un popolo intero con Bettega.

Una sfida che è un classico di moda fino al 1990, poi è caduta in disuso. Eppure insieme agli inglesi sono stati gli immigrati italiani a portare il pallone nelle pampas a metà del XIX secolo. La conferma dai mondiali vinti nel 1934 e nel 1938 con le squadre del ct Pozzo rinforzate di oriundi. Da lì in poi le squadre italiane, nazionale e club, non smetteranno più di pescare in Argentina per vincere. E pure nell'ultimo trionfo azzurro c'è un tocco albiceleste: a Berlino alzò la coppa il bianconero Camoranesi da Tandil. L'ultimo è stato Ledesma convocato da Prandelli nel 2010.

Il centrocampista della Lazio è solo uno delle centinaia di argentini che hanno attraversato l'Oceano per cercare fortuna in Italia. Sulla stessa rotta che un secolo prima facevano gli emigranti per cercare lavoro lontano dal Belpaese. E così adesso si parla della Juve di Sivori e della Fiorentina di Batistuta, della Lazio tricolore di Veron e del Napoli di Maradona. E poi Crespo, Passarella Bertoni, Diaz e tanti altri non sempre fenomeni.

Anche l'Inter del triplete aveva un'impronta argentina: Samuel, Zanetti, Cambiasso e Milito. Ci sono ancora tutti e quattro e fanno a parte della colonia di 50 connazionali che affolla le rose della Serie A: tra questi il ct Sabella per la sfida dell'Olimpico ne ha convocati nove. È il gruppo straniero più numeroso del campionato, in dieci sono arrivati durante questa estate. Su tutti Tevez e Higuain: due top player nell'anno dell'elezione di Francesco.

E in un momento storico contraddistinto dalla fuga di talenti, sono altri due «miracoli».

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