Ora per l’ex Full Tilt spunta a sorpresa l’ipotesi PokerStars

Sono due settimane che il Gruppo di Bernard Tapie ha rinunciato all'acquisizione di Full Tilt Poker per evidenti complicazioni e per i forti dubbi sull'operazione del dipartimento di Giustizia Usa.
Ma sono anche 15 giorni che non si hanno maggiori notizie da quel «tweet» del patron di Chilipoker Alexander Dreyfus che annunciava l'ingresso pesante nella trattativa per la riapertura di Ftp niente meno che di PokerStars. Le fonti, riportate da Gioconews.it, parlano di un continuo interessamento e di continui contatti da parte di «Stars» e il DoJ Usa. Qualche novità c'è. Innanzitutto PokerStars riaprirà Full Tilt con l'intenzione di mantenere i due siti separati sotto la stessa proprietà, comunque. La cifra per l'acquisizione, però, pare sia lievitata sui 900 milioni di dollari dai 750 iniziali e la trattativa potrebbe essersi complicata proprio per questo aspetto, oltre che per i tanti cavilli da rispettare che, in queste operazioni, sono tanti e complessi da risolvere e rispettare. Una soluzione non dovrebbe arrivare, di sicuro, in questo weekend. E anche la settimana prossima potrebbe scivolare via senza la firma. Tutto questo anche se molti report avevano indicato una soluzione praticamente immediata. Il problema cruciale potrebbe essere l'accordo sul rimborso dei giocatori oltre che il tentativo di conciliazione dei due manager di PokerStars indagati che, con questa operazione, vorrebbero lavarsi la fedina penale e ripresentarsi in pompa magna per la probabile riapertura del mercato americano del poker online. Sempre parlando di rimborsi ci sono tantissime questioni in ballo da risolvere. Dalla rake per gli affiliati che rappresentano una lunga catena di persone, ai punti accumulati giocando che valgono comunque soldi.
In finale, la conclusione agghiacciante è che sembra di essere ritornati alla fase delle trattative tra Tapie e il DoJ. Insomma, cambia il soggetto acquisitore ma la situazione sembra essere quella di sempre.