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Ora l'Inter può sognare perché ha una vera coppia L'ultima fu Eto'o-Milito

Lukaku e Lautaro meglio del binomio del triplete E sono da record: 22 gol in 18 partite. Mai successo

Ora l'Inter può sognare perché ha una vera coppia L'ultima fu Eto'o-Milito

Milano È sempre una questione di coppie. Là dove un anno fa c'erano i coniugi Nara con i gol di lui e le sparate di lei, adesso ci sono i Gemelli di Conte, la coppia dei sogni che nessun altro allenatore dell'Inter moderna ha mai avuto. Almeno stando ai numeri. Non Simoni, che pure ha avuto il miglior Ronaldo (34 gol, ma Zamorano 3), non Cuper, non Mancini e Mourinho e nemmeno il Trap nella stagione dello scudetto dei record: 1988-89. Ma andiamo per ordine. Lukaku a Praga ha finalmente rotto il ghiaccio in Champions League, e non che sia stata una cosa semplice avendo dovuto segnare 3 volte per entrare almeno una nel tabellino. In campionato, si sa, è a quota 10. In totale fanno 11, esattamente come il gemello Martinez, che però ha fin qui mostrato più attitudine al gol internazionale: 5 in Champions (4 in trasferta) e 6 in campionato. E sono altri 11. In coppia fanno 22 gol in 18 partite. Applausi. Anche perché nessuno prima di loro ci era riuscito con la maglia dell'Inter.

Eto'o e Milito sono l'ultima grande coppia di attaccanti nerazzurri, anche se nell'anno del Triplete Eto'o era quasi un complemento al centravanti argentino, per la mezza stagione giocata lontano dall'area di rigore. Insieme, i due quell'anno segnarono 46 gol, di cui "appena" 15 dopo 13 partite di campionato e 5 di Champions come ora. Nella stagione successiva, segnarono complessivamente un gol in meno, ma a fine novembre erano già a 18, nonostante i soli 3 gol di Milito, fin lì quasi sempre assente per un infortunio muscolare. Tutti gli altri hanno fatto peggio: 12 gol Vieri e Crespo nel 2002, 11 Crespo e Ibra nel 2006, 16 Serena e Diaz nel 1988. Lukaku e Lautaro sono a quota 22: boom.

Chiaro: le statistiche vanno e vengono, le vittorie restano e se l'Inter non batte il Barcellona, l'euforia di oggi può rapidamente volgere in frustrazione tra 2 settimane, ma Conte nello spogliatoio di Praga è stato preciso: prossimo obiettivo, la Spal. Poi la Roma e solo dopo, testa al Barcellona. La strada resta in salita, anche perché le partite si sommano e la rosa resta ristretta, però è evidente che Conte riesce a trasmettere al gruppo - a ogni gruppo - qualcosa di speciale, che rende tutti più forti. I giocatori, ma anche lui.

Un anno fa, i guai dell'Inter (peraltro dopo 13 giornate già a -9 dalla Juventus capolista) cominciarono pressappoco in questo periodo: sconfitta in casa del Tottenham, pareggio-eliminazione col Psv, caso contratto Icardi, velenose dichiarazioni tv di Wanda, insomma: il caos. Ma non è per caso ma per scelta se 12 mesi dopo, è un'altra la coppia che detta (a suon di gol) la linea nerazzurra. Piccolo grande inciso su Lukaku: a Praga ha denunciato di essere stato deriso perché nero, ma l'Uefa fa sapere che gli arbitri e il delegato non hanno sentito nulla, per cui non aprirà alcuna inchiesta.

Può essere difficile cogliere in uno stadio infuocato l'ululato dei beceri di turno, ma chissà perché, in Italia come in Europa, se qualcuno non sente è sempre l'arbitro.

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