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Osvaldo: «Io come Milito uomo giusto per l'Inter»

«Un onore prendere il posto del Principe: cercherò di imitarlo Posso giocare con Icardi. Sono un bad boy? Vi farò cambiare idea»

Osvaldo: «Io come Milito uomo giusto per l'Inter»

nostro inviato ad Appiano G.

Osvaldo si prende l'Inter. Il cattivo ragazzo, così lo descrivono, si presenta in punta di piedi, ma determinato: «Vi farò cambiare idea, come al 99 per cento delle persone che mi conoscono». E allora chiamiamola forte personalità quella di questo attaccante che sbarca alla Pinetina e senza problemi dice: «Nella mia carriera la Juve ha un posto speciale perché ho vinto il mio primo scudetto». D'altra parte Pablo Daniel Osvaldo, 28 anni, dieci squadre in dieci stagioni, è così, prendere o lasciare: «Certo ho un carattere diciamo particolare, però spesso sul mio conto si esagera». E allora lui chiude il capitolo Juventus senza amarezza per il mancato riscatto: «Una scelta che rifarei, non ho perso il Mondiale perché ho giocato poco». E qui si toglie un sassolino: «In due anni sono sempre stato convocato, poi il Ct ha fatto una scelta diversa...».

Ora Prandelli non c'è più e l'Inter potrà aiutarlo anche a ritrovare l'azzurro dove ammette «c'è voglia di rivincita». L'Italia di Osvaldo ora passa dai nerazzurri: «Ho tanta fame come l'Inter. Voglio tornare ai miei livelli». Perché il passato recente non è stato semplice, in Inghilterra non si è ambientato, alla Juve è arrivato a metà stagione con Llorente e Tevez che volavano. Il risultato è stato un fatturato in termini di gol senza doppia cifra. Una sorta di recessione dopo quattro stagioni prolifiche. Osvaldo non promette, «non mi piace dare numeri», ma antepone «gli obiettivi della squadra: centrati quelli, il mio bilancio sarà soddisfacente». Comunque è chiamato a confrontarsi con passato, leggasi Diego Milito, e presente, vedi Mauro Icardi, dell'Inter. Non rifiuta l'eredità del Principe, anzi: «Un onore, ma anche il giusto peso. Posso prendere ad esempio quello che ha fatto lui e se possibile migliorarlo». Da un argentino all'altro, si dividerà le responsabilità al centro dell'attacco nerazzurro con Mauro Icardi: «Lo stimo e ha un gran piede, possiamo giocare insieme». Poi per il resto deciderà Mazzarri che «mi voleva in passato, ha voglia di vincere come me».

Niente discorsi scudetto o Champions «perché a parlare sarà il campo». E risponde picche a chi avesse il dubbio che Osvaldo sia ormai svalutato, con la sua clausola di riscatto passata in soli sei mesi da 18 milioni di euro, quella fissata dalla Juventus a gennaio, a soli 7 milioni, quella strappata adesso dal ds Ausilio al Southampton. «Non sono d'accordo, per me è solo un'occasione: perché se farò bene resterò all'Inter tanti anni». Lui mantiene il profilo basso: top player del mercato nerazzurro? «Riparliamone tra qualche mese». Forse anche perché spera di sfruttare la sua capacità di partire forte: dei suoi 45 gol «italiani», 27 li ha segnati prima delle feste di Natale. A quel punto avrà già giocato contro il Milan, ma non sarà un derby tra bad boys con Balotelli: «È un bravo ragazzo come me, anche se ogni tanto ne combiniamo qualcuna».

Intanto ha svolto il primo allenamento con la squadra alla Pinetina. Non c'era Medel, «può darci qualità e soprattutto quantità. Diciamo che la forza non gli manca...». Non l'ha potuta provare nella prima partitella perché per completare il trasferimento del pitbull cileno, mancano ancora dei dettagli legali. Per ora è l'ultimo movimento in entrata, ora la missione è sfoltire. Mbaye, Silvestre e Campagnaro gli indiziati della difesa in cui dovrebbe ritrovare posto Rolando. Poi si resta in attesa di un'eventuale cessione eccellente, offerte all'altezza permettendo: Alvarez o Guarin. Fare cassa per poi completare l'attacco: Bibiany o chi per esso.

Ma senza fretta perché tanto adesso c'è Osvaldo che chiede solo tempo per poter confermare: «Inter sono la persona giusta».

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