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Asamoah e l'1 fisso record. Conte: "È mezzo scudetto"

Allo Stadium 14 vittorie consecutive, come il Toro campione. Viola deprimente e irritata da un tweet dei bianconeri: "Buona la Fiorentina a pranzo, ci rivediamo giovedì a cena"

Asamoah e l'1 fisso record. Conte: "È mezzo scudetto"

Torino - Un tweet in dolce stilnovo bianconero ha chiuso così la trionfale giornata: «Buona la Fiorentina a pranzo, ci rivediamo giovedì a cena». Cronisticamente ineccepibile, ma i tifosi della Viola non hanno gradito. E c'e da capirli. Anche se loro sono stati molto più pesanti con i ricordi sull'Heysel. Juve indigesta in ogni senso. E rischia di esserlo per i prossimi dieci giorni. Il primo round, del triplo incontro ravvicinato tra Italia ed Europa, vinto con un gol soltanto di Asamoah, un pericoloso rilassamento finale, che ha portato la Fiorentina vicina al pari, ma l'impressione che solo uno sberleffo del pallone potrebbe cambiare la sorte del campionato e del turno di Europa league.
Juve troppo forte per tutti. Ma questo campionato è una chiavica, direbbero a Napoli. La Signora made in Conte, ovvero contessa, conquista record, attacca perfino il primato dei 100 punti, si siede in bacheca insieme al Torino anni settanta, regala una desolante superiorità sulle rivali. Perfino il tecnico ieri si è lasciato andare a un cauto(!) ottimismo. «Scudetto nostro al 50 per cento». Negare sarebbe stato da rischio querela.
La Fiorentina, pur 4° in classifica, è stata deprimente per mollezza e sgrammaticature calcistiche nel primo tempo, più decente nella ripresa quando Montella l'ha rimodellata con Matos e Wolski, che hanno cambiato faccia alla squadra. La Juve ha usato il solito copione: arrembante nella prima parte, il gol di Asamoah nel finale del tempo dopo averne sfiorato altri tre-quattro. Poi si è messa comoda nel secondo tempo: Tevez si è mangiato il raddoppio. L'unico colpo di testa, che ha segnalato la presenza di Gomez, ha dato coraggio alla Fiorentina che, più tardi, ha preso la traversa con Matos e sfruttato qualche divagazione difensiva bianconera. Insomma la Viola subisce meno di altre e rischia il pari più di altri, però tutto annacquato dal faccio e disfo della Signora.
Juve che raggiunge le 14 vittorie consecutive in casa e il Torino di Pulici, Graziani e Claudio Sala non è più solo. Conte ha reso omaggio ad avversari che sarebbero stati certo più impegnativi. «È un onore aver raggiunto quel Toro».
I numeri dicono qualcosa, il tecnico ha aggiunto un dato: «Senza Pirlo in campo, abbiamo conquistato 7 successi e un pari». E chi vuol intendere intenda. Tutti utili, nessuno indispensabile. Soprattutto ora che Marchisio si propone come alternativa con Dna personalizzato: meno elegante dell'architetto ma più spiccio. Come dire che la Juve alterna l'arte di un barocco raffinato a quella di un modernismo eclettico. E l'allenatore conferma: «Marchisio è il vice Pirlo, ha senso tattico, due piedi con cui ben calciare. Quando Pirlo smetterà, il più tardi possibile, potrà far benissimo in quel ruolo». E così affiorano due idee: Pirlo e Marchisio non si muoveranno più, o quasi, dalla Juve.
Del resto inutile infiorare la vittoria del record. Era già appagante così: venuta per piede di un giocatore operaio, uno che non tira quasi mai col destro e stavolta ci ha provato, con aggiunta di deviazione e palo. In un coro di primedonne è dimostrato che vale il collettivo ed anche un pizzico di fortuna. La Fiorentina si sta sciogliendo, lo raccontano i risultati: nelle ultime 4 partite tre sconfitte e un pari in Europa league. Nelle ultime sette un solo successo. Aggiungete che Diakitè ha segnato un gol che l'arbitro ha visto in fuorigioco. Magari, avesse avuto la moviola, avrebbe notato la gamba di Ogbonna che lo teneva in gioco. Invece ci ha visto bene su un tuffo di Matos davanti al piede di Chiellini. Piccoli particolari che fanno grande una squadra: bravura e buona stella.

Ma sarà difficile che, giovedì, la musica dello Stadium diventi stonata.

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