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Dalla pancia alla testa. Higuain male oscuro della Juve di Champions

Anche a Barcellona il Pipita non lascia il segno. Ma Allegri dovrà aiutarlo con altre soluzioni

Dalla pancia alla testa. Higuain male oscuro della Juve di Champions

Non è più una questione di pancia, ma di testa. Un anno fa il tormentone era la presunta adipe, ora a far parlare è l'atteggiamento. La notte di Barcellona ha certificato il male oscuro che s'impossessa di Gonzalo Higuain e della Juventus quando mettono piede in Europa. È mancato il Pipita e non è la prima volta su questi palcoscenici, anche se non solo lui, ma pure altri bianconeri come Dybala, Alex Sandro, Douglas Costa non sono stati all'altezza nella lezione firmata da Messi.

L'etichetta che accompagna il Pipita, un giocatore anonimo nelle partite che contano, ha avuto una conferma in più. Con un'aggiunta di nervosismo che forse è la spia di un disagio in un inizio di stagione poco entusiasmante. Anche l'anno scorso Higuain era partito in sordina, pur garantendo il suo standard realizzativo, ma forse era inevitabile dopo il tumultuoso addio al Napoli. Detto che il suo fisico richiede più tempo per entrare in forma, c'è la difficoltà in certi contesti ad essere servito con continuità. E il numero nove si spazientisce. Massimiliano Allegri gli ha recapitato il messaggio: «Higuain? Deve stare più tranquillo in queste gare, a volte sbuffa e abbassa troppo la testa...». L'eccezionalità sta nel fatto che raramente l'allenatore si sbilancia sui singoli. Parole dette tra l'altro dopo averlo sostituito nel finale con un ragazzo del 2000, Fabrizio Caligara. Al di là dei motivi e dei possibili significati, un cambio che avrebbe potuto avere effetti collaterali se l'Uefa avesse deciso di investigare Higuain per il presunto dito medio rivolto ai tifosi blaugrana. Di certo non erano fischi di paura perché il Pipita in ventuno gare tra Real Madrid e Juve ha segnato appena tre gol al Barça. A proposito della sua capacità di incidere nelle grandi sfide.

A sua discolpa il fatto che martedì sera di palloni giocabili ne ha visti pochi. E dopo un anno e con un Douglas Costa in più, forse Allegri dovrebbe rivedere qualcosa nella manovra per mettere a suo agio il Pipita. Non basta parlare di una Juve frenetica e cinguettare: «Quando si sbagliano cose semplici, è impossibile vincere partite complicate».

Il Barcellona ha confermato le difficoltà della difesa (per De Sciglio escluse lesioni gravi alla gamba destra) e fatto riemergere una fragilità mentale, tecnica e fisica sconosciuta fino a Cardiff, che si era già rivista in supercoppa, e che produce una Signora double face. Questo è il vero campanello d'allarme. Poi le scelte dell'allenatore, finora, e il mercato forse non hanno colmato i buchi davanti a Buffon e a centrocampo.

Allegri dovrà, come spesso gli è riuscito, trovare la quadra anche se l'impressione è che non sarà così semplice. Comunque la qualificazione resta alla portata anche se lo Sporting potrebbe dare qualche pensiero. Certo non bisogna dimenticare che nessuna squadra può regalare otto titolari a certi livelli come ha dovuto fare la Juve a Barcellona e nonostante questo nel primo tempo si sono intraviste potenzialità che potrebbero far cambiare a breve i giudizi come già successo.

E Pjanic avvisa: «Tutti state addosso alla Juve e siete sempre esagerati: la squadra otterrà risultati importanti e alla fine della stagione lo dimostreremo, come sempre».

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