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È pazza Inter, ma è quella B. Tre sberle dall'ex

Il pesante turnover dei nerazzurri castigato da Joao Mario in 34 minuti. Poi nella ripresa la reazione e il pari

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L'Inter pareggia, Inzaghi vince. Facile dirlo ora che è finita bene, con un punto strameritato e in rimonta dopo essere stati travolti dal Benfica nella prima mezzora. Pensando al Napoli e alla seconda stella, l'azzardo di giocare a Lisbona con in partenza 1 solo titolare (Acerbi) e 10 riserve più o meno qualificate ha pagato, nonostante un avvio da incubo che certo sarebbe costato al tecnico più di una critica.

Due partite in una, ma se la prima ha spiegazione logica, ovvero la formazione dell'Inter, la seconda non ce l'ha, perché i nerazzurri tornano nel match molto prima dei cambi, complice l'uscita dal campo degli avversari, che evidentemente credevano già di avere vinto. Tutta colpa dei 3 gol di Joao Mario in 34 minuti, i primi, lui che in 69 partite con l'Inter ne ha segnati solo 4.

Avere due squadre, normalmente non significa poterle affiancare o sovrapporre come Inzaghi ha fatto stavolta, ma attingere ciò che serve dalla seconda (che anche per l'Inter è largamente inferiore alla prima). Un conto è ruotare, alternare, un altro fare giocare soltanto le riserve. Saltano i meccanismi, le sincronie, le certezze. Così il primo tempo nerazzurro è un inferno. Contano i piedi, ma anche la testa. Senza nemmeno che si possa capire chi abbia più o meno colpe, senza che possano emergere qualità o difetti.

Bissek, per dire, è parso un intruso nella squadra vice campione d'Europa, eppure col Salisburgo non era sembrato così lontano dai titolari. Anche Klaassen, che di esperienza è fra quelli che ne hanno di più, fa la figura dello sprovveduto in un centrocampo assemblato per l'occasione. Male Sanchez, che però ha il merito di segnare il rigore del pareggio, malissimo Asllani, deludenti tutti meno Arnautovic, che trova il primo gol con l'Inter e dell'Inter e dà l'impressione di tanta voglia e soprattutto di salute ritrovata.

La scossa nell'intervallo, senza necessità di cambi. C'è coerenza anche in questo. Inzaghi dopo l'1-3 in avvio di ripresa non pensa subito alla ThuLa, come farebbe chiunque. C'è la tabella dei minuti da rispettare e così solo a metà ripresa e sul 2-3 vanno dentro Barella e Thuram (con Cuadrado). Per Lautaro solo gli ultimi 11', che poi diventano 20 per il maxi-recupero concesso dal modestissimo arbitro lettone. Alla prima giocata, Thuram conquista il rigore. Barella nel recupero centra la traversa, quando già il Benfica è rimasto in 10 per l'espulsione di Antonio Silva. Vincendo, l'Inter avrebbe avuto la certezza del primo posto nel girone, verdetto rimandato all'ultima sfida casalinga con la Real Sociedad. Sarà ancora turnover, di sicuro meno spregiudicato.

La speranza di Inzaghi è di passare all'incasso già a Napoli.

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