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Pellegrino lancia lo sprint verso l'oro e le Olimpiadi

Da oggi caccia alle medaglie a un anno dai Giochi: «Sono tornato in forma, non temo nessuno»

Pellegrino lancia lo sprint verso l'oro e le Olimpiadi

Chicco ci prova, perché ora, dopo un avvio di stagione non facile, ha di nuovo fame di vittoria ed è tornato a crederci. Le brume uggiose di Finlandia offrono, già oggi, a Federico Pellegrino da Nus, la chance di medaglia nella sua gara, la Sprint a tecnica libera (diretta Rai ed Eurosport con finali alle 16.30) ai Mondiali che si sono aperti ieri a Lahti. «Sono tranquillo, ho lavorato nel modo giusto». Lui guida la spedizione azzurra che fino al 5 marzo, oltre ai fondisti, annovera anche salto e combinata nordica.

Migliorare i due bronzi in rosa delle cugine dell'alpino (Sofia Goggia) e del biathlon (Alexia Runggaldier) è un'opportunità, ma non la missione per chi vola e viaggia a sci sottili. Pellegrino pensa semmai in proprio con l'obiettivo minimo di «Fare meglio del quinto posto ai Mondiali di 2 anni fa, quando, pur a tecnica classica, sono rimasto in testa fino a 300 metri dal traguardo nella sprint e fare meglio anche di Sochi 2014, sempre fuori dalla top ten, ad un anno dalle prossime Olimpiadi in Sud Corea». L'impresa non dovrebbe essere impossibile per chi come lui di iridato ha già un bronzo nella Team Sprint a Falun 2015, ma soprattutto si presenta da detentore della coppa Sprint con 7 gare vinte su 8 nella scorsa stagione.

Ma quel Re Federico targato 2016 è apparso spesso pellegrino nelle prime tappe di coppa 2017: «Lo stiramento muscolare a Davos ad inizio novembre ha rimescolato le carte, finché fra il podio di val Mustair, al Tour de ski, e la vittoria a Falun di fine gennaio, non mi sono ritrovato», spiega il valdostano. Il tracciato finlandese gli piace: «Una pista da non sottovalutare: la prima parte è morbida con due salitelle e una bella discesa, poi sarà la lunga salita finale a dare lo spunto per il traguardo, dove spero di giocarmela anche in volata se serve». Di lui dicono sia meticoloso, quasi un computer. Fenomenologia del fondista moderno: tabelle, analisi e algoritmi oltre a fiato e gamba. Si cresce così alla corte di coach Sepp Chenetti che può contare anche sull'aiuto di Cristian Zorro Zorzi che dall'avanguardia delle sue volate leggendarie ora si è reinventato nelle retrovie dei laboratori, come ski man, pur di seguire i ragazzi. Pellegrino invece degli altri dice: «Rispetto per tutti, paura di nessuno. Gli stessi norvegesi, Northug a parte, sono al turn over, tutti nati dopo il 1990. Senza dimenticare francesi, finlandesi e russi».

Questi ultimi orfani del campione olimpico Legkov, sospeso in seguito al rapporto McLaren.

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