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Il Pescara resiste 36 minuti. Juve ok anche col turnover

Allegri lascia Buffon, Marchisio e Chiellini in panchina. Nel finale esordio storico per Kean, primo nato nel 2000

Il Pescara resiste 36 minuti. Juve ok anche col turnover

Torino - Mica sarebbe potuta finire diversamente. La Juventus vince la sua 23ª partita di fila allo Stadium, batte il Pescara 3-0 e mantiene quanto meno inalterate, in attesa della Roma impegnata oggi a Bergamo, le distanze dalle inseguitrici. Serata positiva in tutto e per tutto: Khedira pare tornato quello di inizio stagione e non il giocatore bollito di prima della sosta, Mandzukic ha segnato l'ottavo gol (nazionale compresa) negli ultimi quaranta giorni, Hernanes ha fatto pace con i tifosi di casa ritrovando il gol che mancava dallo scorso maggio e, infine, il sedicenne Kean ha esordito nella massima serie entrando nel guinness dei primati. Il ragazzo (italiano) di origini ivoriane è infatti il primo nato nel 2000 ad avere messo piede in campo tra i grandi': se manterrà le promesse, lo aspetta una grande carriera.

Le parole della vigilia contano quel che contano: poco o nulla. La testa della Juve è già a Siviglia, dove martedì si scriverà una pagina importante ai fini del passaggio del turno e magari pure del primo posto nel girone di Champions. Turnover, allora, a cominciare da Neto al posto di Buffon: poi spazio anche a Rugani, Hernanes e Asamoah. In attacco invece, vista l'assenza di Dybala, non si può fare a meno di Higuain e Mandzukic. Il Pescara (con mezza difesa già indisponibile e con Campagnaro che dovrà abbandonare la sfida dopo metà gara) fa la sua partita piena di orgoglio, con i quasi debuttanti Zuparic (145' prima di ieri) e Pettinari (109'): la voglia di ben figurare è tanta, la qualità del tutto relativa e del resto non è mica un caso se la squadra di Oddo è la squadra tra tutte quelle di serie A ad essere stata per meno tempo in vantaggio.

Il canovaccio è inevitabilmente quello previsto pur se gli abruzzesi, rispetto ad altre squadre viste allo Stadium, non tirano indietro il piede. Ci prova pure Caprari, ma la palla termina fuori e la Juve non si spaventa nemmeno troppo. Aspetta il suo momento, la squadra campione d'Italia, rinunciando strada facendo a Lichtsteiner (problemi di stomaco) e chiedendo così a Cuadrado di dimenticare il jet-lag. Detto e fatto, ovviamente, dopo che un colpo di testa di Higuain era finito a lato. Quindi, passata la mezzora, il colombiano dà il la al vantaggio: Khedira punta la porta, duetta con Mandzukic nello stretto e batte Bizzarri. Sette partite dopo l'ultima rete, il tedesco è di nuovo lì a festeggiare: terzo gol in campionato, l'ottavo (in 39 presenze) da quando veste il bianconero, lui che bomber non è mai stato ma che certamente è giocatore di calcio a tutto tondo, di quelli di cui ogni allenatore si innamora, sempre pronto a dare una mano e a proporre la giocata più intelligente e produttiva. Basta il suo golletto, nel primo tempo, per soddisfare lo Stadium esaurito.

E se di colpi di gran classe non se ne sono visti, a parte un tunnel cercato e trovato da parte di Alex Sandro, si è per lo meno apprezzata la volontà di Higuain di rendersi utile non solo dentro l'area: tutto buono, insomma, per acquisire morale in vista dell'ormai iniziato tour de force. Poi, nella ripresa, solo show bianconero: il Pescara spariva, Higuain colpiva un palo, Mandzukic raddoppiava (su assist di Khedira) e Hernanes chiudeva i conti.

Quindi, una decina di minuti per Kean: benvenuti nel nuovo mondo.

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