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Il Pioli "impacchettato"

Il tecnico del Milan ha perso male la sfida con DDR e torna in discussione. Decisivi l’Europa League e il derby Il caso Leao complica la situazione

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È stato un pugno nello stomaco, secco e violento, tale da lasciare senza fiato per qualche ora e da mettere a dura prova la tenuta nervosa del team. Così il Milan ha vissuto la sconfitta di Europa league con la Roma, piegata due volte nella versione Mourinho in campionato. E forse proprio questi due precedenti hanno alimentato una sicurezza traditrice nello schieramento di Pioli durante la preparazione. Poi la «genialata» di DDR (El Shaararwy a destra, Dybala in giro per il campo) ha messo in crisi il meccanismo che sembrava supercollaudato dopo i 7 risultati consecutivi e che invece ha preso a balbettare. Plastico il disorientamento tradito da Bennacer andato un paio di volte davanti alla panchina rossonera nei primi 10 minuti per chiedere suggerimenti e modifiche ai duelli di centrocampo che vedevano l'algerino e Reijnders in difficoltà contro i dirimpettai romanisti con la posizione di Dybala su cui non si sapeva mai chi dovesse occuparsene, se Thiaw uscendo dalla linea difensiva, o un centrocampista. Per tutti questi motivi Stefano Pioli è finito sotto accusa specie sui social dove non ha mai goduto di diffusa simpatia per i noti motivi (il numero di derby persi, il numero degli infortuni). Nel 2024, anno salutato con una promettente striscia, il suo Milan ha «ciccato» due partite simbolo: lo scontro con l'Atalanta in coppa Italia e questo quarto EL con la Roma.

Due indizi non fanno ancora la prova regina ma qualcosa raccontano. Specie quando lo scenario comprenderà il ritorno all'Olimpico di giovedì prossimo e il derby di lunedì 22 aprile. Il rischio che la sua posizione, solida fino alle 20.30 di giovedì sera, possa scricchiolare è concreto. Anche se chi decide (Furlani, Moncada, Ibra la catena di comando confermata da Gerry Cardinale: a proposito l'indiscrezione Comolli evaporata; ndr) non si lascerà certo condizionare dai social. Il punto è un altro: diventa complicato scegliere un'alternativa affidabile perché sul mercato, disponibile subito, c'è soltanto Antonio Conte (con Thiago Motta diretto a Torino).

Nel Milan confuso e irriconoscibile di Europa league, ha balbettato anche il suo astro Leao, per una volta rimasto fuori dal gioco, dalla partita e anche dal duello col suo «secondino» Celik. Può darsi, come suggeriscono alcune tesi, che i fischi all'atto della sostituzione con Okafor non fossero destinati a lui ma alla scelta di Pioli, di fatto Leao è stato completamente oscurato. Mai un dribbling riuscito, mai una giocata utile, mai un cambio di campo. E a fine partita, a scontare il suo nervosismo è stato un educato collega di Telelombardia. «Punto sull'orgoglio e sulla voglia di riscatto per il ritorno: solo il Milan può recuperare questo risultato».

Aggrappato a questa frase Pioli ha provato a ricaricare le pile e a dimenticare la delusione prima dell'eventuale eliminazione che ha anche un peso economico (4,5 milioni l'incasso della serata di San Siro) oltre che tecnico (il probabile sbarco dell'Atalanta in semifinale ai danni del Liverpool).

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