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Pioli non mette limiti alla rimonta: "Belli? Chi se ne frega, voglio vincere"

Stasera nerazzurri in campo contro l'ex squadra del tecnico Pioli e di Candreva. L'obiettivo resta l'Europa. Intanto Suning "si prende" anche la Pinetina e Interello

Pioli non mette limiti alla rimonta: "Belli? Chi se ne frega, voglio vincere"

nostro inviato ad Appiano Gentile

Al posto giusto nel momento sbagliato. Potrebbe pensarlo Stefano Pioli che un anno esatto fa con la Lazio in difficoltà batteva a San Siro l’Inter capolista di Roberto Mancini. Un anno dopo prima di Natale è ancora Inter-Lazio. E stavolta stanno meglio i biancocelesti, in piena zona Champions, dei nerazzurri, lontano dalle posizioni che mandano in Europa. Il particolare è che Pioli adesso è sulla panchina dell’Inter e insieme a lui c’è anche quel Antonio Candreva che segnò la doppietta del 2-1 biancoceleste. Fu l’inizio della fine per il Mancio e quella vittoria di fatto con dieci mesi di ritardo avrebbe consegnato l’Inter a Pioli. Che non pensa di essere nel posto sbagliato. «Il passato è passato, il presente è un grande presente», dice il tecnico che ha realizzato il sogno di allenare la squadra del cuore.

Per la quale Pioli ha una sola ricetta: «Chissenefrega del bel gioco, contasolo vincere», va dritto al nocciolo della questione. Questo il messaggio per la squadra: «Se non prendiamo gol possiamo vincere perché abbiamo le qualità per segnare ». Servono punti e quelli contro la Lazio valgono doppio «è uno scontro diretto e ogni incontro che ci permette di ridurre la distanza da chi ci sta davanti sarà sempre fondamentale». Insomma girare a quota trenta (punti) non darebbe la lode, ma sicuramente una spinta per inseguire quel posto Champions a cui Pioli dice di credere «perché la squadra ha ampi margini di miglioramento». C’è da migliorare la media punti e per farlo l’ideale sarebbe centrare contro la Lazio la terza vittoria di fila, una serie che all’Inter non riesce da tre mesi, dal filotto (Pescara, Juve, Empoli) che illuse la gestione De Boer.

E poi un successo questa sera darebbe un altro senso anche al mercato di gennaio. Dove ci sarà pure da tener presente del financial fair play come ha ricordato lo stesso Pioli e da sfoltire la rosa, almeno cinque-sei giocatori in uscita, ma un paio di rinforzi alla fine potrebbero arrivare. Un centrocampista e un difensore centrale gli obiettivi. Molto dipenderà anche dal destino di Kondogbia, che dovrebbe ritrovare il posto per l’emergenza tra infortuni e squalifiche. Avrebbe fatto comodo quel Lothar Matthäus che ieri si è rivisto alla Pinetina: «L’Inter batterà la Lazio 3-1». Per l’occasione ci sarà anche Zhang Jindong, il patron di quel Suning che ha tappezzato con il proprio logo ogni angolo di Appiano.

È stata infatti ufficializzata la nuova sponsorizzazione che riguarda i centri della prima squadra e della Primavera e il kit d’allenamento. E così la Pinetina diventa «Centro Sportivo Suning in memoria di Angelo Moratti», mentre Interello diventa «Centro di formazione Suning in memoria di Giacinto Facchetti ». Commentato così da Gianfelice, figlio dell’ex capitano: «Si salva il ricordo. È un calcio post-romantico che risponde ad altre leggi. La storia può essere ricordata in altro modo e in altri luoghi, in questo calcio a volte può essere d’ingombro ». Il nuovo che avanza senza dimenticare la storia. E ribadito da Michael Gandler (Chief Revenue Officer) anche l’obiettivo di restare a San Siro. Se al momento non fosse ancora da condividere con il Milan ci sarebbe da scommettere sul nome: «Suning stadium in memoria di Giuseppe Meazza».

Ma non sempre la forma fa rima con sostanza.

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