Calcio

Pioli senza due scudi: Zlatan e la bandiera

Un Milan senza corazza. Questo, e niente più, significa perdere Paolo Maldini. Mettetevi nei panni di Stefano Pioli, a sua insaputa, o forse lo sapeva benissimo, aveva due corazze e due corazzieri

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Un Milan senza corazza. Questo, e niente più, significa perdere Paolo Maldini. Mettetevi nei panni di Stefano Pioli, a sua insaputa, o forse lo sapeva benissimo, aveva due corazze e due corazzieri: li ha persi in un colpo solo. Da una parte lo spalleggiava Maldini, dall'altra il vecchio Ibra. Lo avevano capito perfino i muri di Milanello. E quando Ibra voltava lo sguardo dall'altra parte, o partiva per un viaggio, già si avvertiva la debolezza del conducator per contratto. Cambiava l'aria negli spogliatoi. Lo dicono voci di popolo e voci di dentro. Maldini, avrà pur commesso qualche errore nell'ultima campagna acquisti, ma sapeva convincere i giocatori e soprattutto garantiva sapienza tecnica ai medesimi che, magari, storcevano il naso con l'allenatore. Con Boban avrebbe composto una coppia ideale, da solo ha retto la parte. Pioli ora è nudo più che mai, investito di un ruolo che solo un esperto di football americano poteva consegnargli. Intendiamoci, il tecnico ha grandi meriti, ha svolto al meglio il suo ruolo: lo scudetto è un oscar. Ma ha dato tutto. Tutto quanto fa parte del suo corredo di allenatore. Sempre i muri di Milanello, e di conseguenza esperti di calcio e non di football Usa, hanno capito che il Milan ha necessità di fare un ulteriore salto di qualità, qualcosa in più che forse l'allenatore non può regalare. Un occhio lungo poteva già intuirlo all'indomani dello scudetto. La sua esperienza rossonera è stata esaltante, al contrario di quella interista dove è caduto per le ragioni di cui sopra: senza corazza e corazzieri a Milano non si vola. Ibra è stato l'uomo dirompente nello spogliatoio: lui con Pioli, e gli altri sull'attenti. Maldini è stato il guardaspalle, ha messo il tecnico nella condizione di non doversi mai difendere: ci pensava lui. Bastava ascoltare Paolo nelle anteprime delle gare Champions. Se uno sapeva ascoltare, capiva tutto. Gli americani, per difetto di lingua e di intelligenza calcistica, non hanno colto: si vince con i giocatori Top, non con i numeri. Pioli senza corazza sarà la prima vittima. Poi verranno gli altri.

Ma, tranquilli, il Cardinale avrà sempre i baciamano per professione a reggergli la coda.

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