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Pioli vede la Champions. Ma la Lazio è pronta a far cadere il suo muro

I biancocelesti non vincono in casa del Milan dal 1989. L'ex: «Possiamo andare in Europa»

Pioli vede la Champions. Ma la Lazio è pronta a far cadere il suo muro

Simone Inzaghi non è proprio un amico di Boban e Maldini. «Il Milan ha perso solo Cutrone e aggiunto 5 nuovi calciatori» sottolinea in modo volpino per far capire che lui non gode degli stessi investimenti da parte di Lotito ed è costretto a fare meglio del Milan, subito staccato alle spalle. «Del Milan non mi fido» aggiunge poi l'Inzaghi più accreditato della famiglia. Ma qui il tentativo evidente è di esorcizzare un tabù che resiste, addirittura, da 30 anni. Già perché l'ultimo successo, in campionato, targato Lazio è addirittura del 1989, dai tempi della caduta del muro di Berlino ricordano a Roma, ignorando che nel frattempo la Lazio ha vinto, con merito, in coppa Italia a San Siro e perso la sfida precedente di campionato al culmine di una serata piena di polemiche (laziali) nei confronti di Rocchi, l'arbitro di quella sfida, decisa dal rigore di Kessiè. Se Simone Inzaghi sfruculia il mercato rossonero, Stefano Pioli ricorre invece a una frase di Giacomo Casanova per provare a incoraggiare i suoi che hanno precedenti inquietanti in questo torneo.

Non hanno mai fatto punti nelle due sfide (Inter e Roma) con rivali d'alta classifica mentre sono riusciti a dominare solo avversari della parte sinistra della classifica (Brescia, Verona, Genoa e Spal). Scontata l'etichetta: forte con i deboli, debole con i forti. Ecco perché Pioli azzarda un pronostico molto forte, impegnativo: «Se ci credi, se ti impegni giorno e notte per raggiungerla, la Champions diventa possibile». Fosse così automatico, basterebbe un nuovo atto di fede per centrare l'obiettivo lontano chilometri e che non sembra alla portata per cifra tecnica. Proprio contro la Lazio, nel recente passato, il Milan ha vissuto grandi tormenti perché alle prese con un avversario di grande fisicità vengono fuori tutti i limiti del gruppo, inesperto, ma anche di scarso peso che non ancora è riuscito ad armare Piatek e che si è salvato contro la Spal solo grazie a quel colpo di biliardo di Suso, riqualificato agli occhi di un pubblico che lo avrebbe voluto fuori persino dalla panchina ma oggi assente per un problema muscolare.

Ecco un'altra lezione: mai dare ascolto alla piazza, nel calcio.

Decisiva sarà la risposta atletica: il Milan ha qualche acciacco in più (Musacchio oltre allo spagnolo) e un giorno in meno per recuperare energie vitali.

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