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Platini torna in campo. E va di nuovo all'attacco

Niente Uefa, punta alla guida futura della Fifa. Michel: "Il mio caso dovrà fare giurisprudenza..."

Platini torna in campo. E va di nuovo all'attacco

Il ritorno di Le Roi. Per fare cosa, ancora non è chiaro. Ma è un fatto che, terminata ieri la squalifica, Michel Platini non veda l'ora di ributtarsi nella mischia. Dentro quel mondo del calcio che ha sempre amato. «Non ho nulla da festeggiare, perché non mi sono mai sentito colpevole», ha dichiarato nei giorni scorsi a L'Equipe.

Squalifica conclusa, quindi. Quattro anni lontano da cariche ufficiali per un comportamento che la vecchia commissione etica della Fifa aveva giudicato non etico'. Avrebbero dovuto essere otto, in realtà: poi il Tas ne ha dimezzato la durata. Per un comportamento sul quale la giustizia ordinaria non ha trovato niente da eccepire e a proposito del quale è tuttora pendente un ricorso alla Corte di Giustizia europea. Piccolo riassunto, allora, ricordando che la vicenda era cominciata con i due milioni di franchi svizzeri che Platini aveva ricevuto nel 2011 da Blatter - all'epoca capo della Fifa - per un lavoro svolto una decina di anni prima: milioni che l'ex juventino aveva dichiarato al fisco ma non all'Uefa, di cui era presidente. Per chi non lo ricordasse il francese - sotto la cui gestione l'Uefa aveva avallato Euro 2020, primo torneo continentale itinerante - si era già lanciato verso la presidenza Fifa, traguardo che probabilmente oggi, senza i guai che gli sono piovuti addosso, occuperebbe al posto di Infantino. Il quale si era candidato proprio quando Platini era uscito di scena: tra i due era così calato il gelo. «Come presidente non è credibile - aveva tuonato Le Roi lo scorso giugno -. Ha vomitato sulla Fifa per dieci anni, lo sanno tutti. Aveva fatto l'impossibile perché io ne diventassi presidente: a quel punto lui si vedeva alla guida dell'Uefa. Quando però ha capito che io ero morto', si è presentato al mio posto».

Da oggi in avanti, potrà cominciare una nuova storia. Quale, appunto, non è ancora chiaro. «Voglio impedire a istituzioni come la Fifa di abusare dei propri poteri, di far fuori i candidati e di avere un potere di vita e di morte professionali. Vorrei che il mio caso facesse giurisprudenza». Non gli mancheranno proposte: c'è chi lo rivorrebbe all'Uefa («ma da mia moglie ho imparato che non si rivive la stessa storia d'amore due volte»), chi di nuovo in corsa per la Fifa (prossime elezioni nel 2023, però), chi per la Federazione francese, chi per il Psg e chi per la presidenza della Juventus, visto il legame strettissimo che ha tuttora con John Elkann. Di sicuro, tra poco più di un mese uscirà un libro che celebrerà il 60° anniversario degli Europei di calcio: in attesa del titolo, si sa che verranno raccontati anche questi ultimi quattro anni di battaglie legali.

Non mancheranno nemmeno ricordi personali legati al Platini calciatore e un parere finale (critico) sul Var.

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