Calcio

Plusvalenze, anno zero. La Juve firma la prima e la Roma sacrifica i baby

Dopo il caso dei bianconeri fari puntati sulle operazioni. L'Uefa deciderà il valore degli scambi

Plusvalenze, anno zero. La Juve firma la prima e la Roma sacrifica i baby

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Il primo mercato post plusvalenze ancora non decolla. Normale che sia così, servono soldi veri per muovere i giocatori e soldi continuano a essercene pochi. Arriveranno quelli degli arabi, forse. E da lì qualcosa si metterà in moto davvero. Pensiamo all'Inter: se cede il 30enne Brozovic ai sauditi, riduce il monte ingaggi e trova la liquidità per comperare. Bingo, grazie al fondo Pif, che pare abbia una disponibilità di 80 miliardi (ottanta) da investire ogni anno nello sport. Ha acquistato il Newcastle, abbiamo scoperto essere dentro il Chelsea, è comproprietario dei principali club della SLP (la lega arabo saudita).

La prima a realizzare una plusvalenza, stavolta solida e capace di resistere a qualsiasi inchiesta, è stata la Juventus, che ha piazzato Kulusevski al Tottenham, ricavando un +12,8 milioni sul bilancio (la plusvalenza) e 30 milioni per la cassa, anche se in verità il pagamento sarà dilazionato in 5 rate. Un acquisto con le cambiali.

Il mercato è difficile per tutti, ma per la Juventus è più difficile di tutti. L'ultimo bilancio ha segnato un passivo di 254 milioni, il più alto di sempre nella storia della Serie A. Gli ultimi 3 esercizi si sono chiusi con un complessivo -553 milioni e anche il prossimo registrerà un segno meno a 3 cifre. La Juventus deve vendere e alleggerire il monte ingaggi che il suo ex presidente Agnelli aveva portato a limiti non sostenibili anche per un club regolarmente partecipante alla Champions. Figuriamoci per un club senza le coppe (e sportivamente sarebbe meglio) o relegato in Conference.

Già lo scorso anno quelli di De Ligt furono soldi veri e non... di carta. Stavolta, quando Manna cederà Vlahovic, e magari Chiesa, allora la Juventus potrà pensare a chi comprare. Agnelli, intanto, ricorre al Tar come l'ultimo dei giapponesi nella giungla, disconoscendo di fatto a titolo personale un accordo che non è solo del club, confermando che in famiglia non sono proprio rose e fiori.

Mentre l'Uefa annuncia di voler modificare il regolamento contabile sui trasferimenti, in particolare sulle plusvalenze, con degli emendamenti che consentirebbero di vietare l'iscrizione a bilancio degli scambi se i prezzi dei calciatori non dovessero corrispondere al reale valore di mercato. La prima scadenza per tutti è al 30 giugno. Per quella data i conti devono quadrare per chi l'anno prossimo dovrà giocare le coppe. Come La Roma, che ha ceduto Tahirovic all'Ajax per 8,5 milioni e sta tentando un'operazione di creatività (cit. Marotta) col Sassuolo, cedendogli giovani promesse ora (Volpato e Missori) per provare ad acquistare, dopo il 1° luglio, magari persino Frattesi (su cui vanta il 30% in caso di cessione ad altro club, di fatto uno sconto di una decina di milioni).

È il settlement agreement con l'Uefa, poi c'è l'Indice di liquidità richiesto dalla Figc per potersi iscrivere ai campionati.

È il rapporto tra le attività e le passività correnti dei successivi 12 mesi e anche quest'anno pare che la Lazio sia al limite del risultato richiesto (ci si rientra cedendo un calciatore, riducendo le spese, cioè gli ingaggi, o aumentando il capitale sociale).

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