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Il primo trionfo di Sarri Capolavoro Chelsea con la firma di Hazard

L'Europa League va ai Blues: travolto l'Arsenal Doppietta del belga che ora va al Real Madrid

Il primo trionfo di Sarri Capolavoro Chelsea con la firma di Hazard

La notte degli addii, o presunti tali, in casa del Chelsea è quella più bella. Per Edin Hazard e probabilmente Maurizio Sarri, l'atto conclusivo di Europa League diventa la passerella finale. Il fantasista belga saluta i Blues con una doppietta e lunedì - dopo sette anni, 352 presenze e 110 gol - cambierà aria diventando un nuovo calciatore del Real Madrid, club dove guadagnerà una ventina di milioni a stagione; l'allenatore italiano potrebbe chiudere la sua breve avventura londinese alzando il primo trofeo della sua carriera, dicendo sì alla corte di Agnelli e della Juventus. Una rivincita per l'ex tecnico del Napoli, giunto terzo in Premier dietro le imprendibili Manchester City e Liverpool e capace di prendersi la Coppa - dopo altre due finali nazionali perse - nonostante la tempesta mediatica e l'odio manifestatogli dai tifosi Blues. Sarri azzecca tutte le scelte, da Giroud preferito a Higuain (anche lui con le valigie in mano dopo una breve esperienza da dimenticare) ad Emerson, suo l'assist per il primo gol, che ha vinto il ballottaggio con Marcos Alonso.

Il primo allenatore di casa nostra a conquistare una finale dell'ormai ex Coppa Uefa e a vincerla venti anni dopo Alberto Malesani col Parma, parlerà con i dirigenti del Chelsea: probabile stretta di mano e l'addio senza rispettare quel contratto valido fino al 2021. Il tutto dopo una cavalcata durata quasi 10 mesi e 63 partite, delle quali ne ha vinte 39, portando a casa l'importante trofeo europeo.

Il derby di Londra - esportato a Baku, in Azerbaigian, in nome del denaro e delle lobby calcistiche, lasciando a casa almeno metà dei tifosi inglesi per problemi organizzativi - si decide nei primi venti minuti della ripresa. La girata di testa di Giroud (primo calciatore del Chelsea che chiude una competizione europea in doppia cifra realizzativa, 11 gol) apre il poker del Chelsea. Pedro, il calciatore che ha vinto praticamente tutto in carriera tra club e nazionale spagnola, segna la sua nona rete in una finale (segnò già a Emery, allora al Siviglia, con la maglia del Barcellona nella Supercoppa Europea del 2015) nel mezzo della doppietta di Hazard. Praticamente nullo nel primo tempo, implacabile nel secondo trasformando un rigore e concedendo il bis sotto porta.

L'Arsenal, che aveva fatto fuori il Napoli nei quarti della competizione, resta ancora a bocca asciutta: diventano 25 gli anni di digiuno europeo (ultimo successo la Coppa delle Coppe del 1994 contro il Parma di Zola, uno degli assistenti di Sarri al Chelsea). Nemmeno Unai Emery, che ha alzato l'Europa League tre volte di fila con il Siviglia, è riuscito a interrompere la tradizione negativa dei Gunners (inutile il gol di Iwobi). Notte d'amarezza per Peter Cech, il 37enne portiere di Plzen che incassa quattro reti contro la sua ex squadra nella gara di addio dopo oltre 950 partite in carriera. Il Chelsea è pronto a riabbracciarlo nel ruolo di dirigente, mentre Ramsey - mesto in tribuna per l'infortunio - è già sicuro di vestire la maglia della Juve.

Club che ora aspetta il Sarri vincitore.

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