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In principio fu Novella. E ora l'Italia è regina

Dalla Calligaris a Federica ma anche Lamberti e Rosolino. Così siamo diventati potenza

In principio fu Novella. E ora l'Italia è regina

Chissà cosa ci aspetta? Eravamo abituati allo one woman show, quasi ci fosse un filo conduttore ad unire Novella Calligaris e Federica Pellegrini, regine da record e medaglie pesanti, campionesse dentro, apripista di un movimento, entrambe con paura del tuffarsi in mare, con un carattere caparbio e vincente, a sconfinare nello scorbutico. Tutte due gestite da grandi maestri, Bubi Dennerlein e Gianni Gros per Novella, Alberto Castagnetti per Federica che ora si affida a Matteo Giunta. E non è un caso che Castagnetti sia stato il tecnico di Giorgio Lamberti, primo uomo italiano a conquistare un titolo mondiale (Perth 1991). Lamberti, oggi 50enne bresciano che ha letteralmente immerso la famiglia nel nuoto, vista la buona indole dei figli, è stato invece il polo maschile dal quale ripartire (la tragedia di Brema 1966 portò via bravi nuotatori) per parlare di grandi risultati. Prima di lui non si può dimenticare Marcello Guarducci, astro a mezza luce degli anni '70-'80, per infine aggrapparsi a Max Rosolino e Domenico Fioravanti che rilanciarono, Giochi di Sidney 2000, l'idea di un nuoto di successo a suon di medaglie. Senza scordare i trionfi da uomo sprint di Filippo Magnini.

E se Stefano Battistelli conquistò il primo podio olimpico azzurro nei 400 misti a Seul, 16 anni dopo la Calligaris, Lamberti fu il primo al mondo a scendere sotto l'47 nei 200 sl (1'4669: Bonn 1989). Le donne furono meno eclatanti ma citiamo Roberta Felotti e Silvia Persi (75 titoli nazionali), Manuela della Valle e Cinzia Savi Scarponi (prima italiana sotto il minuto nei 100 sl) per chiudere con Alessia Filippi. Questo è il mondo dal quale sgorga il nostro nuoto di oggi.

Ma quelle due hanno detto qualcosa di più. Il meraviglioso oro di Budapest nei 200 sl poteva essere la firma di addio, invece riecco Federica in questi mondiali coreani. Non certo in beata solitudine, come talvolta è capitato: c'è un gruppo dietro di lei, altri campioni (leggi Detti, Paltrinieri), eppoi leoni e leonesse rampanti. C'è stato un prima di Novella e ci sarà un dopo Federica, eppure queste due continuano a ballonzare tra noi, nella testa, e continueranno a segnare la linea di demarcazione di un'idea: in principio ci fu Novella che, fra l'altro oggi fa la giornalista, poi il nuoto ci ha portato a Federica, come la linea della grandezza si fosse chiusa così. Non dimentichiamo che ai tempi della Calligaris navigavano in piscina atletE corazzate non proprio alimentate ad acqua. Altrimenti chissà... Il titolo mondiale (Belgrado 1973) degli 800 sl, con tanto di record mondiale, e le medaglie olimpiche di Monaco '72, le prime di un atleta italiano ai Giochi, potevano accompagnarsi ad altre. Prima di Novella c'era stata Daniela Beneck, primatista europea (1965), e fra gli uomini Carlo Pedersoli poi diventato Bud Spencer e Paolo Pucci, primo oro europeo maschile nei 100 sl. La storia del nuoto femminile ha dovuto abbattere pregiudizi sociali, eppure una statistica del primo decennio del Duemila dice che, nello sport acquatico, si provano più italiane che italiani.

Forse Novella e Federica sono andate oltre i podi e i record.

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