Sport

Prius con il plug-in e un «pieno» di sole

L'antesignana dell'ibrido con più autonomia elettrica grazie alla ricarica anche tramite i pannelli sul tetto

Piero Evangelisti

Girona Dieci milioni di Toyota e Lexus con tecnologia ibrida vendute in vent'anni dimostrano la grande lungimiranza del gruppo nipponico che oggi vede crescere impetuosamente, anche in Italia - dove, per esempio, il Suv C-Hr è divenuto in due mesi un instant cult - le sue vetture a doppia alimentazione. Risale invece a dieci anni fa la prima versione della capostipite Prius con tecnologia Plug-in (la sigla che identifica questo tipo di auto è Phv), quella che consente di avere una significativa autonomia guidando esclusivamente in modalità elettrica e che permette di ricaricare le batterie attraverso una normale presa di corrente. Per la prima serie i chilometri che si potevano percorrere in Ev erano 25 e adesso, con la seconda generazione, sono esattamente raddoppiati, e sono veri perché lo abbiamo verificato durante al prova della nuova Prius in Spagna, su un percorso che includeva autostrada, strade statali, regionali con tratti in montagna e un tour della città di Barcellona: insomma un mix molto equilibrato, rappresentativo dell'uso che il cliente può fare della nuova Prius.

Nei dati di omologazione si legge che la virtuosa giapponese può percorrere 100 km con un litro di benzina (il motore termico è il noto 1.8 a ciclo Atkinson da 98 cv abbinato a un elettrico da 72 cv), un valore ottenuto, come per ogni altra automobile, in laboratorio: noi, al termine della prova (quasi 180 km) abbiamo fatto segnare una percorrenza di oltre 32 km/litro, davvero tanti, soprattutto perché abbiamo guidato sempre vicino (e qualche volta sopra) ai limiti di velocità consentiti e permettendoci più volte delle decise accelerazioni, oggi rese più piacevoli grazie alla evoluzione del cambio Cvt introdotto con la quarta generazione di Prius costruita, come la Plug-in, sulla innovativa piattaforma Tnga (Toyota New Global Architecture).

Su Prius Phv l'energia elettrica arriva dalla presa di corrente, dal motore termico che, per esempio in autostrada, ricarica le batterie (così quando si entra in città si può marciare in Ev) e anche dal tetto che integra pannelli solari (nella foto) che, su base annua, possono arrivare a fornire una percorrenza di 1.000 km a costo zero. A bordo di Prius Phv, che per le sue virtù è omologata per sole quattro persone e vede ridursi il bagagliaio a causa del generoso «pacco» di batterie alloggiato in coda, si viaggia molto comodi e sicuri, tutto è sotto controllo grazie al doppio display (oltre all'head-up) che insegna a guidare in modo più parsimonioso, e aumenta la silenziosità. Prius Plug-in arriverà in Italia a giugno con un prezzo non ancora definito ma sensibilmente superiore a quello della «classica» full hybrid.

Di serie ci sono tutti i dispositivi di assistenza alla guida raggruppati nel programma Toyota Safety Sense, quelli che servono davvero senza inutili dotazioni sul fronte della guida autonoma che un costruttore delle dimensioni di Toyota, grazie a risorse e patrimonio tecnologico, non avrebbe certo difficoltà a montare.

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