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Quando Mancini diceva: "L'insulto in una partita ci può stare, basta che finisca lì"

Siamo nel lontano 2000. Partita di Champions Arsenal-Lazio. Vieira e Mihajlovic si insultano a vicenda: "negro" contro "zingaro". Mancini, viceallennatore della Lazio, minimizza...

Quando Mancini diceva: "L'insulto in una partita ci può stare, basta che finisca lì"

Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Anche il moralista Roberto Mancini, che ha sollevato un polverone per quanto successo con Maurizio Sarri nel corso della semifinale di Coppa Italia, quasi sedici anni minimizzò uno scambio di insulti razzisti tra Sinisa Mihajlovic e Patrik Vieira durante la sfida di Champions League Lazio-Arsenal.

Era il 17 ottobre 2000 e, a fine partita, il giocatore francese dell'Arsenal, Vieira, accusò il serbo Mihajlovic di averlo apostrofato con epiteti del tipo "bastardo negro" e "scimmia negra di m…" ."È la cosa peggiore che mi sia capitata da quando gioco al calcio. Ed era già cominciata a Londra, all'andata: allora pensai ad un momento di rabbia dei laziali dopo la sconfitta. Ma adesso?", disse Vieira. A queste accuse l'allora centrocampista serbo della Lazio rispose: "È vero, ho detto a Vieira "nero di m…", ma aveva cominciato lui. Mi ha detto "zingaro di m…". Io gli ho risposto col primo insulto che m' è venuto in mente guardandolo. Per me sono cose che cominciano e finiscono sul campo". Come ricorda Fanpage, Mancini, all'epoca era alla sua prima esperienza in panchina come viceallenatore della Lazio di Sven Goran Eriksson e commentò l'episodio con frasi totalmente diverse da quelle usate nei confronti di Sarri per il quale chiede "la radiazione". "Sinisa e Vieira sono due ragazzi intelligenti, credo che possano superare le tensioni e finirla. Nel corso di una partita l' agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare.

L'importante è che tutto finisca lì".

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