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Quanti giovani in serie A Gli azzurri del Mancio hanno un futuro verde

Solo in Francia più under 21 in campionato E Castrovilli è pronto a seguire Zaniolo & Co

Quanti giovani in serie A Gli azzurri del Mancio hanno un futuro verde

La maglia verde, per ora, va nel cassetto. La linea verde invece va avanti con sempre più convinzione. Il progetto di Mancini è chiaro: puntare sui giovani per iniziare un progetto quanto più possibile vincente. E, per una volta, il nostro campionato dà una mano al ct. Dopo anni di gerontofilia militante, dopo aver sentito e risentito il ritornello «che servono giocatori d'esperienza», salvo poi vedere ragazzini poco più che adolescenti francesi, tedeschi e spagnoli farci sistematicamente il mazzo, ecco che anche da noi la tendenza si è invertita.

In questa prima parte di stagione infatti i numeri spingono l'Italia verso la linea verde. Siamo infatti al secondo posto in Europa, dietro soltanto alla Francia campione del mondo, per numero di giovani Under 21 schierati in campionato (Ieri gli azzurrini di Nicolato hanno battuto 1-0 l'Armenia con gol di Scamacca). Meglio di Germania e Spagna e, visto il recente passato, non è poco. Mancini venne etichettato come visionario quando chiamò in azzurro Zaniolo prima ancora che esordisse in serie A. Ora sta facendo crescere Tonali che intanto è diventato colonna del Brescia. E sta aspettando di chiamare Castrovilli che in questa prima parte di campionato ha impressionato prendendosi la Fiorentina. Se poi si contano i vari Barella, Romagnoli, Sensi e Verratti ecco che le porte della Nazionale sono spalancate ai giovani. Ma il ct azzurro ha già detto che non ha nessuna intenzione di fermarsi qui ed è pronto ad attingere anche a nuove e inaspettate rivelazioni.

Un aiuto dal campionato, la qualificazione già in saccoccia, la fiducia della Federazione pronta a rinnovargli il contratto fino al mondiale 2022 e l'affetto del pubblico che è tornato ai massimi livelli e che potrà sfogarsi con tre partite del girone europeo a Roma. Mancini ha tutto dalla sua parte per fare bene e può permettersi, con calma, di sperimentare. Ecco perché stasera contro il modesto Liechtenstein è pronto a rivoluzionare tutto l'11 iniziale. Un modo per mettere sotto esame chi ha giocato meno ma anche una strategia per ringraziare chi ha avuto meno spazio e per tenersi buono il gruppo su cui intende puntare forte da qui all'Europeo. Senza Chiesa, tornato a Firenze per un problema muscolare, e D'Ambrosio, frattura del quarto dito del piede destro, tempi di recupero da valutare, ecco Sirigu in porta, Belotti centravanti, ma anche l'esordio di Di Lorenzo e poi Biraghi, Mancini, Tonali nel mezzo ed El Shaarawy con Zaniolo sugli esterni. Una sfida speciale anche per Mancini che mette nel mirino il record di 9 vittorie consecutive di Pozzo. Materiale per le statistiche, d'accordo, ma anche una medaglia da appuntarsi sul petto. Eppure Mancini, minimizza. «Mi manca una partita ma anche due mondiali. Solo... », scherza il ct. «Pozzo era un mito, inutile parlare di niente». Confermato l'ampio turnover, il commissario tecnico mette i puntini sui prossimi obiettivi azzurri, dopo quello della qualificazione già conquistato. «Mi piacerebbe vincerle tutte e arrivare all'Europeo da testa di serie», spiega Mancini che chiude invece all'ipotesi di stage in vista dell'Europeo.

Per ora, del resto, va bene così.

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