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Il quarto posto in volata tra il blindato Gasperini e il condannato Gattuso

Percassi blocca il suo tecnico: «Resta coi big» Rino a Scaroni: «Non sono tipo da carezze...»

Il quarto posto in volata tra il blindato Gasperini e il condannato Gattuso

È l'ultimo chilometro della corsa Champions. Comincia oggi pomeriggio a Reggio Emilia con l'Atalanta («un po' di disagio lo procura» il lamento di Gasperini) al cospetto del Genoa coinvolto nelle fiamme ardenti della salvezza e continua in serata col Milan atteso al varco dalla Fiorentina. Hanno entrambi molti conti da regolare per le sfide dell'andata. Gasp beccò una sonora sconfitta a Marassi. «Avessero giocato sempre così, a quest'ora sarebbero salvi» il suo velenoso commento. «C'erano motivi di rivalsa» l'ultima chiosa autobiografica. Non ha dimenticato Gasp. E invece il Genoa è ancora alle prese con i brividi della classifica. Le tre assenze di casa Atalanta (Gomez, Masiello e Mancini, tutti per squalifiche maturate dopo la battaglia con la Lazio) sono passate inosservate a simboleggiare il valore complessivo della rosa e anche la cifra tecnica delle pedine tra cui quel Pasalic che adesso punta a trasferirsi stabilmente a Bergamo. Per evitare distrazioni, il presidente Percassi è intervenuto nelle ultime ore con una frase che è un macigno sulle aspiranti società a caccia del tecnico molto apprezzato. «Gasp resta, è blindato insieme con i nostri big» la sua assicurazione che fa scopa con la precedente annotazione dell'interessato. «Chi è interessato a me deve parlare con la società». Come a dire: non sono in grado di liberarmi.

Quello col Genoa è di sicuro l'ostacolo meno impegnativo di questo fine settimana se si pensa invece che il Milan è atteso dalla Fiorentina (non vince dal 2014) reduce da una striscia inquietante di sconfitte così come a Milanello non hanno certo vissuto giorni di relax. Anche all'andata, il Milan fu rivoltato come un calzino dopo una partenza felice e promettente: Chiesa lasciò il segno, tipo la z di Zorro, con una di quelle sue frustate dal limite. Gattuso e Bakayoko han provveduto al chiarimento formale senza conseguenze, almeno in apparenza. È già noto che i conti saranno saldati a stagione conclusa. «Non sono il tipo che porta rancore» è l'avvertimento di Rino, costretto tra l'altro dall'infortunio di Biglia e dalla squalifica di Paquetà a recuperare il francese. Anche Gattuso ha ricevuto in settimana l'endorsement di Scaroni, il presidente e lui l'ha incassato per quel che vale. «Non sono il tipo da carezze, mi trovo bene dove c'è bordello» la sua frase che è una risposta eloquente. Conosce benissimo gli orientamenti di Gazidis (Pochettino) e dello staff dirigenziale rossonero che nel bilancio di Elliott costa, per stipendi al lordo delle tasse, una cifra considerevole, 10 milioni tondi tondi secondo le rilevazioni del portale Calcioefinanza.

Gattuso non s'illude anche perché la candidatura a un'improbabile riconferma avrebbe senso solo in caso di conquista del quarto posto. E al momento il traguardo è più vicino a Bergamo che a Milanello.

Anche perché nel frattempo l'unica arma a disposizione, Piatek, si è inceppata da un mese al pari di Muriel, accolto come il profeta della riscossa viola e rimasto a secco da due mesi, coinvolto nella crisi di gioco e di motivazioni del gruppo.

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