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Questo Milan è più suo. Pioli vuole gustarsi il "frullato" rossonero

Il tecnico: «Cambiati 20 giocatori. Ascoltati i miei consigli per poter avere più soluzioni»

Questo Milan è più suo. Pioli vuole gustarsi il "frullato" rossonero

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È proprio un altro Milan quello di stasera. Un Milan clamorosamente diverso da quello che qualche mese prima (sabato 15 aprile), sempre a Bologna, perse l'ennesima occasione per lucidare gli ottoni della sua discussa panchina (10 cambi in vista del ritorno dei quarti di Champions contro il Napoli) e rinvigorire la classifica. Merito o responsabilità (lo capiremo solo vivendo) del robusto turnover deciso dal ribaltone seguito al divorzio con Maldini e Massara. «Tra partenze e arrivi ne abbiamo cambiati 20» è la contabilità esibita da Stefano Pioli che aspetta con ansia e un filo di preoccupazione questo debutto in campionato. Il motivo è abbastanza semplice da rintracciare. «Club e dirigenti hanno ascoltato i miei consigli per le caratteristiche dei nuovi calciatori e i ruoli da coprire in modo da avere più soluzioni» la spiegazione didascalica che segnala, da parte del tecnico, un coraggioso passo avanti in materia di responsabilità. È un Milan insomma che gli appartiene di più rispetto al passato e, diciamolo adesso in attesa delle inevitabili conferme, ha prodotto un potenziamento collettivo, dei titolarissimi e della panchina chiamata a supplire nelle occasioni chiave della stagione.

«Siamo ambiziosi perché sono arrivati giocatori forti» l'altro passaggio firmato da Pioli che ricaccia indietro le critiche sul gran numero di stranieri tesserati (nella rosa sono rimasti, al momento, 6 italiani: Sportiello, Mirante, Calabria, Florenzi, Pobega, Colombo) segnalando la «bizzarra contestazione» ed esaltando invece il piano filosofico che tende «all'inclusività». La verità di fondo è sempre la stessa: con il decreto crescita gli stranieri costano meno (in stipendio e in cartellino) degli stranieri come documenta anche il nono acquisto della serie, il difensore Marco Pellegrino, argentino (3 milioni più percentuale su eventuale rivendita), della Platense. Cambiando così tanto, c'è il rischio che si possano perdere punti utili lungo il cammino dell'inevitabile addestramento di inizio stagione. «Ho chiesto agli anziani di dare il massimo aiutando l'inserimento dei nuovi e ai nuovi di dare il massimo nell'inserirsi» la tecnica utilizzata che deve fare i conti con qualche ritardo giustificato (Okafor, Chukwueze e Musah) e perciò con la necessità di partire con lo stesso schieramento del trofeo Silvio Berlusconi (a eccezione di Calabria recuperato).

Il Bologna di Thiago Motta quattro mesi fa risultò particolarmente rognoso (pronti via, gol di Sansone recuperato poi da Pobega) e c'è da scommettere che replicherà lo stesso format di partita. Ne è una conferma indiretta la convocazione dell'interista Fabbian, appena arrivato da Appiano Gentile dopo aver perso il trasferimento a Udine per il mancato accordo con gli agenti di Samardzic.

Intanto Furlani e Moncada continuano a lavorare senza sosta sul mercato per completare i piani che prevedono la partenza di alcuni esuberi (Ballò Touré e Colombo, non quella di Adli provato da vice Krunic) e il probabile arrivo di un centravanti simil Giroud.

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