Per questo povero Diavolo anche la Spal è da incubo

Pioli assicura che la sua squadra non è impaurita ma si gioca già l'ultima chance per non sprofondare

Per questo povero Diavolo anche la Spal è da incubo

Può sembrare un paradosso ed è invece lo scenario avvilente che accompagna Milan-Spal verso il posticipo di questa sera a San Siro. Eccolo: la squadra di Semplici ha uno zero in classifica, riferito ai punti conquistati in trasferta durante i quattro precedenti viaggi. Il dato è condito da altre cifre di segno negativo: 0 gol fatti, 8 subiti. Bene: a dispetto di siffatta contabilità, la Spal è preceduta stasera dalla fama di ammazzadiavolo e non solo per la presenza di Petagna che a Romagnoli ha sempre, o quasi, fatto la festa. Il testimone più attendibile è Leonardo Semplici, toscano di anagrafe, spallino d'adozione dopo le promozioni consecutive dalla Lega pro alla serie A e la salvezza-miracolo del passato. «Speriamo che questo entusiasmo contagi i nostri e tolga sicurezze agli altri» è la frase che declina la mesta condizione del Milan attuale. Già perché si può essere ridotti male come hanno certificato le ultime due esibizioni contro Lecce e Roma ma da qui a farsi venire la tremarella per la Spal, reduce dal pari domestico col Napoli, ce ne corre. E d'altro canto lo stesso Stefano Pioli sembra aver colto la gravità del momento. Perché è arrivato a Milanello con la sicurezza di riuscire a mettere la barca in linea di galleggiamento ma dopo due naufragi ha capito che bisogna interrogarsi sulla tenuta stessa dell'imbarcazione prima che sull'abilità del capitano.

«Io devo lavorare per riuscire a far diventare il Milan squadra» la frase simbolo della crisi rossonera che non è solo dovuta alla gioventù e al panico tradito dinanzi alle difficoltà, ma anche tecnica a giudicare dagli errori ripetuti commessi in sequenza da tutti, reclute ed esperti, debuttanti e dotati di talento indiscusso. «A Roma non ho visto gente impaurita» è la riflessione postuma del tecnico che domenica sera è stato severissimo con i suoi. «È sbagliato dare tutta la colpa a Suso»: l'unica nota difensiva è riferita allo spagnolo che viene bombardato dal fuoco amico dei social. Più appuntiti invece i giudizi sul conto di Leao e Paquetà: al primo è stata sufficiente una mezza partita (col Genoa) per sentirsi la controfigura di CR7, al brasiliano non è servito cambiare corsia e nemmeno mansione per salire di rendimento. Perciò la candidatura di Piatek in attacco è tornata d'attualità come quella dell'utilizzo di Krunic, altro esponente del discusso mercato estivo, a centrocampo.

«Voglio gente motivata, orgogliosa, arrabbiata» i tre aggettivi utilizzati da Pioli per provare a scuotere un gruppo caduto in depressione profonda e accusato, adesso, di sottovalutare i rischi del prossimo trittico (Lazio. Juventus e Napoli) che potrebbero spingerlo in fondo alla classifica. Magari proprio con la Spal.

Perciò a Ferrara da ieri hanno cominciato a coltivare sogni di gloria e a considerare la sfida di domani sera come l'occasione per guadagnare i primi punti fuori casa. Perciò a Milanello è tornato tutto il gruppo dirigente. «Mai ho avuto una presenza così continua della società» la chiosa finale di Pioli.

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