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Quintana da pronostico E Aru prenota il futuro Solo un giorno da Giro

4 GIRO 2014 Non arriva alla sufficienza neppure a spinta. Nasce male (percorso con le prime due settimane troppo anonime), si sviluppa peggio. Una sola giornata di vero spettacolo: Montecampione, Aru stacca tutti e arriva da solo. Per il resto, uno stillicidio di sinistri e di veleni. A Bari la sceneggiata napoletana per il fondo scivoloso. A Montecassino, Evans prende la maglia rosa tirando dritto dopo la catastrofica caduta degli avversari. Sullo Stelvio il clamoroso agguato della giuria, che non interviene sulle follie dell'organizzazione (safety-moto, Twitter, Radiocorsa) e consegna di fatto il Giro a Quintana, il furbetto del tornantino. Poi il gesto dell'ombrello di Pirazzi a Vittorio Veneto. Infine il tifoso mentecatto che abbatte il giovane Bongiorno sullo Zoncolan. Quando un Giro fa parlare di sé più per i disastri che per le imprese, il bilancio non può che chiudersi in rosso. Come la bandierina che l'ha falsato irrimediabilmente.
6 QUINTANA Il favoritissimo vince, ma non stravince. Dalla sua la furbizia (limitandoci a chiamarla così) sullo Stelvio, quando non comprende bene (diciamo così) l'invito a rallentare dietro la bandiera rossa e stacca tutti con un blitz, Premio Sola 2014. Per il resto, una bella cronoscalata del Grappa, ma non bellissima: in fondo, Aru gli arriva a soli 17''. Nelle altre giornate, è un re con il braccino: Viggiano, Sestola, Oropa, Montecampione, Zoncolan, sempre con il bilancino in mano, sempre il minimo sindacale. La sua vittoria lo rappresenta in pieno: piccola e senza slanci, esattamente come lui. Premio Su Con La Vita 2014.
6 URAN URAN Ciccio è secondo per il secondo anno consecutivo. Completa lo schiacciante dominio della Colombia, nuova superpotenza del ciclismo mondiale. Bravissimo nella cronometro etilica Barbaresco-Barolo, si perde in montagna. Rispetto a Quintana, esprime un innato calore umano che lo rende enormemente più simpatico. Questo non significa niente dal punto di vista tecnico, ma fa la differenza nel cuore dei tifosi. Adottato ragazzino da una famiglia bresciana, come Balotelli, Ciccio chiude il Giro adottato da mezza Italia. Premio Simpatica Canaglia 2014.
8 ARU Voto alto perché parte da principiante. Strada facendo, è davvero l'unico a firmare l'unica vera impresa, a Montecampione. Senza lo scandalo dello Stelvio, magari sarebbe anche più su. Ma è inutile farsi il sangue cattivo. Non c'è fretta: a 24 anni, gli resta tutto il tempo per salire tutti i gradini. È il dopo-Nibali. Ma anche il durante.
8 GIOVANE ITALIA È l'unico, vero, indiscutibile lato buono di questo Giro. Ci siamo arrivati con le lamette ai polsi, nazione depressa e vinta, aggrappata al grande assente (Nibali) e rassegnata al peggio. Invece, con il solito colpo di coda all'italiana, nel momento peggiore eccoci tirare fuori il meglio. Accanto ad Aru, gli Ulissi e i Battaglin come perfetti sosia dei grandi finisseur, tu chiamali se vuoi Argentin. Dettaglio non trascurabile: sono tutti ragazzi di oggi, Internet generation, però riescono ad esserlo senza tatuaggi, senza piercing, senza creste. Non hanno grilli, non sono grulli.
3 VECCHIA ITALIA Direbbe Renzi che è ora di rottamazione. Per motivi diversi, escono malissimo i Petacchi, i Paolini, i Basso, i Cunego, gli Scarponi (lui però per caduta). Il Giro Under 24 non è cosa per loro. Stanno in corsa come i nonni che al parco giochi guardano i nipoti sugli scivoli. Vorrei ma non posso. Con tanta nostalgia. Certi tempi non tornano più.
6 RAI Voto molto alto alla telecronaca (Martinello 9, Pancani 7,5). Voto molto basso alle immagini: la Rai deve appaltarle a una società esterna, il risultato è disastroso (voto 2). Voto risicato al nuovo “Processo” (6-). La Zia Ale si presenta completamente rifatta: il lifting tocca tutte le parti. Soprattutto la formula: finalmente un'accusa, una difesa e un verdetto. Con alterne fortune, in generale si sbraca molto meno degli altri anni. Piuttosto agghiacciante solo il meccanismo di far spostare continuamente gli ospiti da una parte all'altra delle tribunette, a seconda dell'opinione espressa. Alla Zia il merito di lanciare il nuovo ballo che impazzerà sulle spiagge dell'estate italiana, riedizione post-moderna del Ballo del Qua-qquà: il “Vaidiqquà-Vaidillà”.

A condurre le danze il grande Lelli, autentico trascinatore, per il suo garbo noto in pedana come il bagnino Max: «E adesso tutti su quelle mani, maremma maiala bona, evvai, evvai, ssù, ssù».

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