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Re Magno dice stop: «Smetto felice» E Fede lo omaggia: «Non molleremo mai»

Due ori mondiali nei 100 stile, nella storia azzurra come nessun altro

Riccardo Signori

Sventola ancora quella corona da re, giallo oro, messa sulla testa dagli amici di Pesaro acquartierati in tribuna. «Se vinci, passa da noi, c'è una sorpresa». Tifo di cuore? Preveggenza? Ci stava di tutto in quella richiesta. E Filippo mise dietro il prepotente svedese Nystrand e Peter Van Hoogenband, l'olandesone volante del nuoto. Cento metri da re. Eppure c'erano già stati l'europeo di Madrid (ancora l'olandesone dietro) e l'Olimpiade di Atene, il meraviglioso titolo mondiale di Montreal nel 2005 a modellare una storia da indimenticabile. Ma per la sua gente, affamata di passione e di affettuoso spirito sbruffone, serviva un segno del comando. Gli amici gli misero in testa la corona e lui se l'aggiustò con il sorriso del ragazzo felice, stavolta al limite della spocchia. La sventolò dall'isola Margherita, un fiore nel paesaggio di Budapest, terra fra due sponde del Danubio, anno 2006. Corona da Re Magno che non si è tolta più. Filippo Magnini ne ha fatto, per anni, l'emblema del suo nuoto di successo: naturalmente tra alti e bassi, vittorie che lo hanno posato ancora sull'altare degli indimenticabili (il mondiale di Montreal pari merito col canadese Hayden) e sconfitte che gli hanno ricordato lo scorrere del tempo e dell'età.

Ieri ha detto basta: non nuoto più. «Sono felice e voglio smettere sentendomi felice». D'improvviso, prendendo tutti alla sprovvista: tranne se stesso. «Ci stavo pensando da qualche giorno». Basterebbe enumerare le medaglie del pedigrèe per raccontare una storia da primadonna: 54 podi, 2 ori mondiali nei 100 stile libero, 3 ori europei e un bronzo olimpico con la staffetta 4x200 ad Atene 2004. Basterebbe ricordare che i 100 sl sono la gara regina del nuoto e lui ne è diventato campione per due volte. Chi mai altro in Italia?

Poi c'è stata Federica Pellegrini che ha fatto di tutto e di più. Anche la sua fidanzata di successo. E lui invischiato nella (talvolta) fastidiosa parte del consorte. Rose e passione, litigi e sentimenti. Fino allo spezzarsi di un filo che lega un mondo per spingerti a ricostruirne un altro, e forse non c'è miglior tratteggio di questo ragazzo pesarese, se non quello della ex: appunto Federica. «Abbiamo iniziato insieme in nazionale nel 2003... ci stavamo anche un po' sulle balle. Tu super sborone, in tutto forte dei titoli del mondo nella gara regina. Io che ancora non ne azzeccavo una... poi a volte i ruoli si sono invertiti...poi ci siamo stati un po' meno sulle balle...e poi...e poi ci sono tante vasche, i dolori, le chiacchiere, i titoli, la gente cattiva, gli ipocriti, e ancora vasche!! Non abbiamo mai mollato!!! E forse non molleremo mai!!!».

Filippo non è stato di taglia fisicamente imponente come i grandi sprinter, ma devastante nei finali di gara, si trattasse di 100 o 200 sl. Ha mangiato pane e record, lo spingeva la fame sportiva e la voglia di fama. Ha cercato una vetrina, non si è mai tirato indietro davanti ai giornalisti. E' stato sull'Isola dei famosi ed è approdato nell'arcipelago del doping per una inchiesta che lo ha toccato da vicino. Gli rimarrà qualche graffio sulla pelle. Ama il calcio. Guarda caso è nato nell'anno (1982) dell'Italia mondiale nel pallone e oggi, che posa la corona, siamo nell'anno del naufragio mondiale. Ha detto al suo mondo: «Per 27 anni siete stati la mia famiglia».

Ora cerca casa.

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