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Il ribaltone di Cancelo e Asamoah

I due terzini si sono scambiati le squadre, ripagandole subito sul campo

Il ribaltone di Cancelo e Asamoah

Chissà che tipo di accoglienza riceveranno dai loro vecchi tifosi. Perché non è certo un mistero che spesso gli ex di turno siano stati bersagliati di fischi misti a insulti. Nel caso di Asamoah e Cancelo, chissà. Tra i due, il più emozionato sarà probabilmente il ghanese: 156 partite in bianconero (6 scudetti e 4 Coppe Italia vinte) non si possono certo dimenticare facilmente. Ha cambiato residenza in punta di piedi lo scorso giugno, Asa: ringraziando la Juve per quanto gli aveva dato, ma pure desideroso di iniziare una nuova avventura. Da svincolato, con in tasca un nuovo contratto triennale (che a Torino non gli avrebbero offerto) e la fascia sinistra occupata stabilmente: le voci sul suo passaggio all'Inter si erano rincorse per quasi tutta la seconda metà della scorsa stagione ma, quasi a sorpresa visto il clima che si respira all'interno degli stadi italiani, nessuno gli aveva rinfacciato alcunché. E anche il 19 maggio, giorno della consegna dello scudetto alla truppa bianconera, il ragazzo di Accra era stato applaudito a scena aperta: una bella pagina di sport, vien da dire. Poi, a Milano, Asamoah ha fatto in fretta a convincere Spalletti: messi definitivamente da parte i problemi fisici che in alcuni momenti ne avevano condizionato il rendimento sotto la Mole, è diventato un punto fermo dello scacchiere nerazzurro, collezionando 12 presenze (su 14) in campionato e facendo l'en plein in Champions. Non male, certo che no, per un ragazzo che nel suo primo confronto da bianconero contro i nerazzurri allo Stadium aveva anche fornito l'assist per il gol di Vidal dopo pochi secondi di gioco.

Anche Cancelo ci ha messo meno di un attimo a convincere Allegri e tutto l'ambiente juventino: i 40 milioni pagati al Valencia dove il portoghese era rientrato a fine stagione, visto che l'Inter non si era detta disponibile al riscatto non sono pesati, avendo il giocatore appena 24 anni e un contratto in essere fino al 2023. Nel frattempo, 13 presenze da titolare e, soprattutto, un rendimento sempre elevatissimo. Qualcuno lo aveva considerato un balzello da pagare a Mendes, procuratore di entrambi, per arrivare a Ronaldo. Invece no, il ragazzo sa brillare di luce propria: fascia destra o sinistra per lui cambia poco, quel che conta è percorrerle a cento allora usando piedi educati.

Anche stasera, contro l'Inter che lo ha apprezzato senza poi poterlo fare suo definitivamente.

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