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Ribaltone a Milano. L'Inter si scopre italiana e il Milan fa lo straniero

Donnarumma in uscita e rossoneri a un passo da Correa. Conte con almeno 2 azzurri titolari

Ribaltone a Milano. L'Inter si scopre italiana e il Milan fa lo straniero

Il refrain è sempre lo stesso ed è arrivato anche un po' a noia: non valorizziamo i nostri talenti, così la nazionale fatica, gli altri vincono le grandi competizioni e noi rimaniamo con il cerino in mano. Non solo. Quante volete abbiamo sentito la frase «Prendiamo giocatori anonimi all'estero quando dalla serie C in su ci sono un sacco di talenti italiani». C'è del vero o forse no. Fatto sta che negli ultimi anni molte società del nostro campionato si sono convinte a puntare su ragazzotti cresciuti nei settori giovanili. Un po' perché è una scelta sensata, un po' perché permette di realizzare succose plusvalenze in sede di calciomercato. E così gente come Chiesa, Zaniolo, Tonali farà bella mostra di sè nella prossima serie A mentre altri come Kean, Cutrone o l'emigrato d'annata Verratti giocherano altrove. E nella Milano del calcio, quest'anno, qualcosa è cambiato e sta andando in controtendenza rispetto al passato. L'Internazionale si sta italianizzando, il Milan sta diventando via via sempre più straniero.

Ok, siamo nel calcio globale e globalizzate, dimostrazione palese ne è la proprietà delle due società. Lontani i tempi dei patron Moratti e Berlusconi. Adesso l'Inter parla cinese con il marchio Suning, il Milan è stelle e strisce sotto l'egida del fondo Elliott. Ma quello che fa davvero la differenza sono i dirigenti che guidano il mercato. Gli interisti Marotta e Ausilio hanno aperto al made in Italy mentre Gazidis, Boban e Maldini guardano con maggior favore all'estero. Lo dicono gli ultimi investimenti e le tendenze delle trattative. L'Inter ha speso parecchi milioni per assicurarsi Nicolò Barella e Stefano Sensi che guideranno il prossimo centrocampo nerazzurro. Due italiani, due nazionali azzurri. Che si aggiungono ai confermati D'Ambrosio, Gagliardini e Politano. Cinque giocatori, d'accordo, non sono moltissimi. Ma sicuramente molti di più rispetto al recente passato quando trovare un italiano con la maglia nerazzurra era di fatto un impresa. Via libera invece alle partenze di Perisic e Nainggolan, col progetto di cedere anche Dalbert per puntare magari sul ritorno di Biraghi. Guarda caso, altro italiano e altro nazionale. È la scelta, da sempre di Marotta, che vuole puntare su uno zoccolo duro di italiani in rosa.

Quello stesso zoccolo duro che in passato ha costituito la spina dorsanle del Milan che vinceva. Abbiati, Nesta, Maldini, Gattuso, Pirlo, Inzaghi, per esempio. Ora invece spazio a Bennacer, Krunic, Duarte, Leao e molto probabilmente Correa, il cui acquisto dall'Atletico Madrid è ormai vicinissimo. È partito invece Patrick Cutrone, fiore all'occhiello del settore giovanile, sacrificato sull'altare delle plusvalenze. Stessa sorte che potrebbe toccare a Gigio Donnarumma che rimane nel mirino del Psg, pronto a pagare 50 milioni per il portiere. Se partisse anche lui, resterebbero solo capitan Romagnoli e Calabria. Strategie diverse, mani diverse.

Quale sia quella migliore, come sempre lo dirà il campo in un derby più derby che mai.

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