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Ancelotti: "Questo Atletico è come Simeone"

Ancelotti: "Ricordate Diego calciatore? Tosto, rognoso, che non molla mai"

Ancelotti: "Questo Atletico è come Simeone"

Caro Ancelotti, vuole spiegare al Milan l'Atletico Madrid?
«Un brutto cliente».

È un po' poco…
«Allora aggiungo: ve lo ricordate Simeone da calciatore? Un combattente, uno tosto. Bene: l'Atletico è a sua immagine e somiglianza. Squadra tosta, rognosa, che non molla mai la presa».

D'accordo ma negli ultimi tempi non se la passa proprio benissimo…
«Con l'Almeria ha perso dopo una vita, 23 risultati utili, ma si è trattato di una partita strana. Ha pagato forse lo sforzo d'essere stato in testa alla classifica della Liga per molti mesi e magari anche lo stress nervoso del primato. Ma non mi sembra un dato sufficiente per decretarne il declino».

Eppure il Real Madrid, in due recentissime sfide di coppa del Re, ha messo sotto l'Atletico…
«Esatto. E se c'è una caratteristica che l'Atletico non ha perso in entrambe le occasioni è proprio questa: non ha mai cambiato il suo stile di gioco. Ha perso la sfida dell'andata ma al ritorno ha impostato la gara allo stesso modo, pur dovendo rimontare il 3 a 1 e giocando nel proprio stadio».

I referti delle spie milaniste sono concordi: l'Atletico è una squadra abilissima nel giocare in contropiede. Visto il Milan di Seedorf dovrebbe andare a nozze. Condivide?
«Dispongono di una fase difensiva formidabile, aspettano compatti il rivale e sono abilissimi nel realizzare il pressing nella zona centrale del campo, ripartendo come fulmini. E in questo tipo di gioco, Diego Costa è un interprete straordinario. Se va via non lo riprendi più. Da tutti gli addetti ai lavori viene considerato il cliente più pericoloso della squadra. Al suo fianco David Villa può dargli una mano».

Dicono anche, a proposito di Diego Costa, che è un tipo particolare: abilissimo nel provocare, picchia, non risparmia nemmeno la saliva con i difensori avversari…
«Qualcosa del genere mi è arrivato all'orecchio».

Nella Liga l'Atletico ha rallentato, ma in Champions l'Atletico è andato come un treno…
«Hanno fatto un girone strepitoso: e davanti avevano avversari di rango, il Porto, lo Zenit oltre all'Austria Vienna, ottenendo un mare di punti».

A questo punto, come disse lei Ancelotti una volta, non resta che andare in chiesa e pregare per il Milan attuale…
«Ricordo la battuta. Ma il Milan ha un santo a cui votarsi. Questo santo è rappresentato dalla sua cultura calcistica, il suo brillante passato in Champions. L'abitudine a certe sfide, specie da parte di alcuni suoi prestigiosi componenti, come Kakà o come Essien, non si compra al mercato».

Quale sistema di gioco adottano?
«Il 4-3-3 o il 4-4-2 a seconda delle necessità. Possono contare sul recupero di Diego, che ha qualità e dinamismo, su un portiere molto affidabile: insomma è una squadra ben assortita. E al ritorno c'è da fare i conti con uno stadio molto caldo: meglio prepararsi».

Secondo Seedorf, il Milan attuale sta pagando la rincorsa al terzo posto della passata stagione: può essere?
«La mia risposta è sì. Specie se ripenso all'esperienza del 2007 quando vincemmo la Champions partendo con l'handicap in campionato e arrivando poi a dicembre a vincere il mondiale per club. Dopo eravamo cotti».

Ai tempi le chiedemmo di Kakà e lei rispose: non è finito. Adesso lo stesso interrogativo vale per Essien: sarà utile?
«Utilissimo. Con me ha giocato nel Chelsea centrale di centrocampo con ai lati Lampard e Ballack: fu un trio strepitoso. Ha forza, esperienza e qualità ed è utilissimo per un allenatore per il ruolo che svolge dentro lo spogliatoio».

Kakà sta attraversando un periodo no…
«Può capitare a chiunque. Lui ha voluto fortemente il Milan, poteva andare ovunque ha scelto il Milan perché sapeva che sarebbe rinato come calciatore. E così è stato».

A Cristiano Ronaldo non è ancora capitato di fermarsi…
«Cristiano è una macchina da guerra. Dovreste vedere come si allena, come si prepara. Quando c'è lui in campo parti dall'1 a 0. Gli hanno rifilato una squalifica di tre turni: è meglio che mi astenga da ogni commento!».

A proposito: come è riuscito a mettere in riga il Real?
«Molti dimenticano o ignorano, parlando solo del mercato e del costo di Bale, che il Real quest'anno ha inserito nel gruppo prima squadra 5 giovanotti provenienti dal settore giovanile».

Lo sa che a Milanello è tornato Bruno Demichelis?
«Certo. Io l'ho avuto oltre che al Milan anche a Londra con il Chelsea ed è stato, il primo anno, un collaboratore preziosissimo».

Tra le novità introdotte da Seedorf c'è anche la riunione tecnica divisa per settori, prima i difensori, poi i centrocampisti, infine gli attaccanti: può funzionare?
«La introdusse anche Arrigo Sacchi, ai primi tempi di Milanello. Poi l'abolì».

Se dovesse puntare su uno tra Balotelli e Diego Costa?
«Io faccio il tifo per Mario.

E per il Milan, naturalmente».

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