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Il ritiro non guarisce il Napoli Ma Lozano scaccia i fantasmi

Il Salisburgo in vantaggio con il fenomeno Haaland Poi il gol del messicano «richiude» il discorso ottavi

Il ritiro non guarisce il Napoli Ma Lozano scaccia i fantasmi

Napoli Non arrivano i tre punti, quindi niente qualificazione in cassaforte. Però il pareggio lascia una distanza di apparente tranquillità, al Napoli per centrare gli ottavi basterà vincere solo una delle due gare che restano. Non è stata una serata da Champions, come testimoniato da un prinmo tempo a tratti inguardabile. Tanta buona volontà, maggiore però è la confusione in campo perché chi dovrebbe mettere ordine e distribuire gioco, cioè Fabian Ruiz, viene sopraffatto dal ritmo austriaco che travolge ogni cosa nel suo avanzare, nel bene e nel male. Il limite resta quello di sprecare tanto, troppo: almeno cinque le occasioni divorate prima dell'intervallo, al netto del pareggio di Lozano. Poi c'è la sirena d'allarme della fase difensiva che non smette di suonare, in pratica ogni avanzata dei ragazzotti austriaci equivaleva a un potenziale pericolo: eccessivo per una formazione sì veloce ma non dai contenuti tecnici esaltanti. Mettiamoci l'incertezza di Koulibaly, protagonista ancora del gol avversario e la sfortuna sotto forma di palo che s'è materializzata per l'ennesima volta ed allora ecco spiegata una partita in bilico nel risultato e con infinite apprensioni, roba impensabile fino a un mese fa.

Eppure il Napoli l'aveva iniziata benino, pareva aver lasciato negli spogliatoi tensioni e malumori, con le conclusioni di Insigne e Zielinski che avevano scaldato i guanti di Coronel. La storia oggi dice che se non la buttano dentro, gli azzurri prima o poi si ritrovano il pallone in fondo al proprio sacco. Sciocchezza di Koulibaly che provoca il rigore, trasforma Haaland il bomber della Champions, e al San Paolo fanno capolino i soliti fantasmi. Paura, frenesia, incertezze: brutto quarto d'ora centrale per gli uomini di Ancelotti che vengono graziati da Onguenè e da chiunque tenti la conclusione sui calci piazzati, lacuna sistematica della difesa. Ci vuole l'intuizione di Lozano a restituire equilibrio nel momento più opportuno ma prima sul taccuino finiscono altre tre chance partenopee spedite in curva per scarsa precisione. Il messicano invece, oggetto misterioso e discusso, indovina l'angolino basso con un pizzico di complicità del numero uno austriaco.

Salisburgo a trazione anteriore nel secondo tempo, Napoli costretto ad affidarsi alle ripartenze, questo passa il convento. Non regge Ruiz, quindi non regge il centrocampo, i rossi di Marsch piazzano le tende nell'altra metà campo, corrono come matti e macinano chilometri. Lozano prova a interrompere la monotonia con qualche bordata da fuori area ma lo schema essenziale consiste nell'aspettare che si esaurisca la benzina altrui per infilare la spada. Cosa che non riesce a Insigne per questione di centimetri, che centra il secondo palo della serata. Il finale è spezzettato, provano entrambe a vincere ma prevalgono le difese.

Al Napoli doveva dire meglio ma poteva anche andare peggio.

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