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Ritorni da Champions: la voce grossa dei "nove"

Higuain e Klose portano Napoli e Lazio in zona Europa. E Llorente fa promesse alla Juve pensando alla coppa

Ritorni da Champions: la voce grossa dei "nove"

Il re dei bomber è José María Callejón con 7 reti, ma ci sono anche quelli che domenica hanno fatto il primo. Roba che se uno non lo vede non ci crede. A poche ore dalla sfida con il Verona, Benitez ha confidato di aver parlato a lungo, almeno un'ora, con Higuain. Non segno da quasi 200 giorni, si era lamentato l'argentino e allora Rafa, sudacchiando ma senza scomporsi, gli ha sparato una superdose di adrenalina: «Quando uno come lui non segna si sente come un leone in gabbia, ha fame. - ha spiegato Benitez -. Allora abbiamo visto insieme dei video di alcune partite e abbiamo concordato che alcune cose non andavano bene». Higuain si arrabbia quando vede i suoi errori e Benitez lo sa, è per questo che glieli fa vedere. A quel punto gli ha detto: «Fai tre gol invece di arrabbiarti».

Il giorno dopo Gonzalo stava vivendo un nuovo incubo, perfino Marek Hamsik, che non segnava dal 2 novembre scorso, aveva fatto gol, anzi addirittura due. Allora il Pipita gliene ha messi dentro tre in 22 minuti, e adesso basta andare in giro come uno zombi, si è perfino portato a casa il pallone, hat trick, dicono gli inglesi. Ci si può solo immaginare quanto lavoro abbia dato alla città, jettature, fatture, già la data dell'ultimo gol di Hamsik era un programma. Il 17 e il 9, le maglie di Hamsik e Higuain, erano i due ritardi più clamorosi sulla ruota di Napoli, sono usciti, e adesso può succedere di tutto. Non è la solita frase di quello che ci mette una pezza quando non sa come va a finire, ma lo ha detto Fernando Llorente, uno che a rete non ci andava dal 18 maggio contro il Cagliari: «Si, è iniziato il mio periodo buono - ha detto dopo il gol al Palermo -, ora magari faccio ancora meglio dell'anno scorso». Ha diviso in due il tifo bianconero, i detrattori lo ritengono inadatto, i discepoli ricordano come il vicecannoniere Tevez debba tutto a lui. Peraltro proprio l'Apache, poco riconoscente verso l'iberico, ha rischiato di strozzargli in gola l'urlo con una sforbiciata, mancata, davanti a Sorrentino e in palese fuori gioco. E intanto ieri il ct dell'Argentina ha deciso di richiamarlo per le sfide di novembre contro Croazia e Portogallo.

Comunque tutti a dire che l'astinenza non crea problemi, hanno imparato a conviverci: «Io non ci penso». Frasi di circostanza, senza il gol è una giornata inutile. Anche per Miroslav Klose. L'attaccante con il record di reti in una fase finale del mondiale che passa 242 notti insonni non è credibile, ma c'è dentro anche lui. Al 15' del secondo tempo ha segnato il gol della vittoria salutato con un ricordo molto di cuore ai due tifosi romanisti, padre e figlio, investiti da un van all'uscita dell'Olimpico. Klose ogni domenica è come se ci stesse spiegando come mai la Germania è campione del mondo: «Sono felice per essere tornato al gol, è sempre una cosa importante per un attaccante». Il bomber è anche un po' polacco, uno che si tiene.

Adesso nella classifica dei ritardi sono rimasti El Shaarawy e Palacio sulla ruota di Milano, 609 e 160 giorni, a Udine da 252 giorni c'è Muriel a secco, da 169 Denis. Qualcuno ha fatto anche i conti per stabilire quanto costano questi digiuni, che al contrario di quanto il termine possa far credere, svuotano le casse. La classifica venne stilata a fine campionato scorso e dopo pochi giorni girò un aneddoto, sicuramente non vero. Si dice che un dirigente andò da Cellino a riferirgli le cifre, un gol poteva anche costare più di 600mila euro a un presidente. Cellino si spaventò. Presidente, lei non corre alcun rischio, lo rincuorò il dirigente, noi ne spendiamo solo 80, siamo quelli che risparmiano di più.

A quel punto Cellino riprese colore: mi raccomando, disse al dirigente.

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