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Riverniciamo d'azzurro il Pallone d'oro

Mettetevi, mi ci metto anch'io, nei panni di Antonio Conte. Vince tre scudetti consecutivi tra record storici e via andando, lascia la Juventus, approda alla nazionale, scuote la truppa, ottiene quattro vittorie di fila roba inaudita sotto i cieli azzurri, viene nominato tra i dieci migliori allenatori d'Europa accanto a gente come Mourinho, Ancelotti, Van Gaal, Loew, Guardiola, non ha il tempo di festeggiare e legge che tra i ventitré migliori calciatori in corsa per il Pallone d'Oro non c'è uno straccio azzurro, nemmeno un italiano, anzi, beffa delle beffe, a rappresentare la serie A spunta un galletto, da lui allevato e allenato, Paul Pogba. Non altro, così hanno deciso Blatter e la sua orchestra che ormai giocano con il premio più ambito del mondo come se si trattasse di subbuteo e calciobalilla.

Su Pogba nessuna protesta o mugugno, il ragazzo cresce, secondo lo stesso Conte è un talento naturale che non avrebbe nemmeno bisogno, per paradosso ovviamente, di allenarsi, tanta la qualità, tanta la potenza fisica e atletica come accade con altri fusti del football internazionale, da Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo. Ma l'assenza totale di un nostro compatriota lascia dubbi e stimola riflessioni. Dove mai potrà andare la nazionale di Conte se i giurati d'Europa non ci filano nemmeno di striscio? Quale è la vera valenza tecnica del nostro calcio, al di là dei risultati? Finiti i tempi eroici in cui passeggiavamo sul tappeto rosso a raccogliere premi, targhe e coppe, oggi non è qui la festa per noi altri. Si gioca male e si vince nulla, il ranking è modesto, come la Borsa oscilla, non ci sono i denari per competere con le grandi forze continentali, il nuovo che avanza si chiama Ferrero.

Ma la lista dei papabili d'oro è come la carta del menù, ricca ma, in alcuni casi, abbisogna di un traduttore, di un decoder per spiegare all'avventore di che cosa si tratti davvero. Accanto a Courtois e a Neuer perché no ancora Buffon? Che male ha fatto? E perché Mascherano? Eccellente, lo so, ma il criterio ha portato anche a tener fuori Xavi e Rooney, capisco Falcao che è stato più in ospedale che allo stadio. Gli assenti hanno sempre torto ma qui si gioca molto con il mercato, con gli sponsor, con gli interessi dello star system, perché il Pallone d'oro porta anche incenso e mirra a chi lo vince. In Spagna c'è polemica contro Platini che si è sbilanciato dicendo che stavolta il premio dovrebbe andare a un tedesco, campione del mondo. E Messi? E Ronaldo? E Bale? Giù le mani dalla Spagna, anche se umiliata in Brasile ma esaltata dalla Decima del Real. Si va con le figurine, come ai bei tempi, già sapendo che il distributore ha già in mente come andrà a finire la partita. Sepp Blatter ha fatto suo un evento che apparteneva alla Francia, come la coppa Rimet e la Delaunay. Ma non è il caso di insistere. Piuttosto penso a Conte e alla nostra federcalcio che lo ha scelto per cambiare la testa al calcio italiano. Si verso l'Europeo. Abbiamo due anni per sgonfiare il Pallone d'Oro e riverniciarlo di azzurro, anche se pallido.

Altrimenti ci scoppierà in faccia.

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