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Rivoluzione Allegri, rinascita Juve

Max schiera la squadra a trazione anteriore, Dybala e Higuain firmano la riscossa

Rivoluzione  Allegri, rinascita Juve

Una Signora rivoluzione. La vittoria contro la Lazio può essere una di quelle partite che «spacca la stagione», dice Massimiliano Allegri. Nel giorno in cui il nuovo logo della società debutta allo Juventus Stadium (con tanto di spiegazione distribuita su tutti i seggiolini) è il nuovo modulo che potrebbe rivelarsi lo spartiacque nella stagione dei bianconeri. Il 4-2-3-1 è l'evoluzione tattica dettata dalla ricerca continua di qualità che Allegri insegue con ostinata convinzione. Se la sconfitta di Firenze, «una partita troppo brutta per essere vera» per il tecnico, potrebbe essere stata la tomba della difesa a tre con cui si era ripartiti a settembre, ecco che il due a zero alla squadra di Simone Inzaghi può essere l'inizio di un'altra storia.

Allegri si è scoperto coraggioso mercoledì mattina quando «mi sono svegliato e ho capito che era l'ora di cambiare». L'idea, e «a volte me ne vengono di strampalate», eccola confenzionata in una Juve d'attacco con Cuadrado-Dybala-Mandzukic alle spalle di Higuain e Pjanic in mediana al fianco di Khedira. Tutti sorpresi, prima risposta dopo le critiche e le crepe di Firenze ma «i dubbi li avevano gli altri non sicuramente noi», il messaggio di Gonzalo Higuain. Per dire che la vittoria dominando contro la Lazio sia frutto della rivoluzione tattica, serviranno comunque controprove. Perché il nuovo modulo ha bisogno di altri test anche se soprattutto in Champions può rappresentare un'arma interessante. Servono conferme perché prima di tutto la Juve ha segnato dopo cinque minuti e chiuso la pratica dopo il suo solito primo quarto d'ora casalingo da perfetta Signora senza "x" che ha eguagliato il record del Como '50-51, zero pareggi dopo venti partite. E poi serve un altro avversario rispetto alla Lazio che ha fatto da sparring partner con eccessivo timore reverenziale. E modulo o non modulo c'erano già tre indizi sulla partita: la Juve ha sempre reagito dopo una sconfitta; in casa ha sempre vinto; Dybala e Higuain hanno nei biancocelesti il loro bersaglio preferito.

Infatti ieri la Joya ha portato il conto personale con i biancocelesti a sette reti, il Pipita l'ha aggiornato a 13 per una Signora in HD che stavolta ha anche convinto. Non ha sofferto dimostrandosi equilibrata. Da rivedere c'è il giro palla sempre al limite dell'errore soprattutto nei difensori e resta il dubbio di quel motore tenuto sempre a basso regime. Una Signora che non accelera mai perché con i tanti infortuni accusati deve riportare in forma i migliori (Marchisio, Bonucci, Barzagli, Chiellini, Dybala, Alex Sandro) senza rischiare altri ko a questo punto pericolosi.

E in questo l'emergenza di centrocampisti può aver aiutato Allegri a trovare quel coraggio che «deriva da responsabilità e sacrificio. Era fondamentale non subire gol e dare un segnale giocando così». Higuain («sistema ok») e Pjanic («ci siamo divertiti»), benedicono il 4-2-3-1 che può essere la quadra dopo una faticosa ricerca del bel gioco. Anche se l'impressione è che questa squadra fosse stata pensata proprio per giocare così. E quindi ci si sia arrivati in ritardo. «Un passo alla volta, si vince giocando di squadra con rabbia e qualità, difficile senza una delle due», il mantra di Allegri che fa capire di essere in pieno controllo della squadra: «Mi sentivo questa decisione per le sensazioni che mi dava il gruppo». Milan in coppa Italia; Sassuolo, dove l'anno scorso toccò il fondo; e Inter, diranno se la Juve con la trazione anteriore ha cambiato davvero marcia.

Intanto ha tolto speranza a chi pensava a una Signora in crisi anche se Allegri la tiene «sulla terra insieme agli altri che vanno forte».

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