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La Roma degli americani cerca soldi e gloria a Mosca

Garcia mette le mani avanti: "Basta anche un pareggio". Bottino qualificazione per fair play finanziario e mercato

Il calciatore della Roma Francesco Totti durante l'allenamento all'Arena Chimki di Mosca
Il calciatore della Roma Francesco Totti durante l'allenamento all'Arena Chimki di Mosca

Roma - Il sogno americano potrebbe realizzarsi in Russia. Non è la trama di un film da post guerra fredda, ma la realtà della Roma a stelle a strisce che oggi pomeriggio nel gelo di Mosca (previsti otto gradi sotto lo zero alla Khimki Arena) ha la possibilità di staccare il pass per gli ottavi di Champions con un turno di anticipo. Occorre una vittoria e un aiuto del Bayern, chiamato a fermare il City all'Etihad Stadium. I dati statistici confortano i giallorossi: nelle precedenti partecipazioni alla fase a gironi della Champions, la Roma ha vinto almeno una volta in trasferta, e finora in Russia sono arrivati tre successi su tre. Così come Garcia ha vinto a Mosca anche ai tempi del Lille. E il portiere del Cska Akinfeev ha subìto gol nelle ultime 25 partite europee.

Se i giallorossi sono già diventati grandi in Italia e lottano per il vertice, ora a James Pallotta piacerebbe entrare nell'élite del calcio europeo. In più c'è l'aspetto economico, da non sottovalutare in tempi di fair play finanziario: con la Roma già nel mirino dell'Uefa, acquisire i dieci milioni del premio qualificazione sarebbe una bella boccata d'ossigeno per le casse del club, chiamato da vari contrattempi a ritoccare la rosa a gennaio, soprattutto nel reparto difensivo. Dimenticatevi i cinque gol segnati all'andata, lo ripete da tempo anche Rudi Garcia ai suoi. Molto è cambiato da quel 17 settembre che segnò il ritorno trionfale della Roma nel massimo torneo continentale. Dopo l'ottimo avvio, i giallorossi hanno pagato dazio agli infortuni e sono stati «massacrati» dal Bayern; i russi hanno invece svestito i panni della squadra più debole del girone facendo soffrire i tedeschi e strappando 4 punti su 6 al Manchester City. Risultato: anche i moscoviti sono in corsa per il passaggio del turno, già conquistato due volte negli ultimi sei anni. Anche se il Cska è reduce da tre k.o. di fila in campionato. «Al momento del sorteggio, nessuno pensava che la Roma avrebbe avuto la possibilità di qualificarsi con un turno d'anticipo - così Garcia -. E invece ora abbiamo il destino nelle nostre mani e faremo di tutto per vincere, anche se un pari sarebbe comunque utile. L'avevo detto dopo l'andata, il Cska è una squadra forte che avrebbe fatto risultati e non mi sono sbagliato. I nostri problemi in trasferta? Abbiamo perso solo con Juve, Bayern e Napoli... Abbiamo fatto il nostro, siamo in corsa su tutti i fronti».

Emergenza difensiva, si diceva, con il k.o. di Torosidis e la mancata convocazione di Maicon che ha fatto scoppiare un vero e proprio caso a Trigoria (presunte frizioni tra il brasiliano e lo staff di Garcia). «Maicon non è ancora pronto per giocare, non si è mai allenato con il gruppo», liquida l'argomento il tecnico, che arretrerà nel ruolo di terzino destro il duttile Florenzi. Ma spunta anche l'ipotesi a sorpresa: Radja Nainggolan. Garcia ci pensò lo scorso anno prima della gara con l'Inter.

Nonostante le prove in allenamento del 3-5-2 (soluzione estrema), facile che ci sia la conferma del tridente con Ljajic in vantaggio su Iturbe. L'alternativa è un 4-4-2 con Totti e Gervinho uniche punte. Spalti vuoti per la squalifica inflitta dall'Uefa ai russi («senza pubblico non è calcio ma vedrete quante informazioni corrono tra me e i miei uomini», sottolinea Garcia) e gelo con campo ghiacciato, forse l'insidia maggiore tanto che la squadra ha svolto la rifinitura con cappelli, scalda collo e lunghe tute. «Sarà importante la scelta dei tacchetti - dice De Sanctis, al rientro in Europa -.

La stagione della Roma fin qui è stata ottima, peccato per gli infortuni che non ci hanno permesso una gestione ottimale delle energie».

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