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La Roma è in vena di regali, l'Inter stanca non li accetta

I nerazzurri sprecano l'occasione di allungare. Mirante blocca Lukaku e Vecino. La Juve sogna il contro sorpasso

La Roma è in vena di regali, l'Inter stanca non li accetta

Milano Una partita sotto ritmo e qualche timido sprazzo nella ripresa. Oltre alla serata negativa del duo delle meraviglie Lukaku-Lautaro. Troppo poco per evitare di non sbattere sul muro della Roma, orfana di un attaccante per 68 minuti, e prendersi il serio rischio di vedersi riscavalcata dalla Juve - in caso di successo dei bianconeri all'Olimpico con la Lazio - appena sei giorni dopo il sorpasso in classifica. L'Inter fa un piccolo passo indietro sul piano del gioco (non sempre convincente quest'anno, ma l'alibi di un'infermeria che continua a riempirsi resta valido) e dei risultati (primo pari dopo 5 vittorie di fila e ancora a San Siro dove la fedina nerazzurra non è immacolata).

La squadra di Conte, ai minimi termini nella rosa ora anche a centrocampo, appare stanca e bisognosa di riposo in molti dei suoi elementi. Si spiega così, insieme a un atteggiamento quasi rinunciatario della Roma che concede poco o niente, una prestazione per nulla onorevole del primato in classifica. Fonseca, che paga un altro pegno agli infortuni (fuori anche Santon), chiedeva alla sua Roma coraggio e rigore difensivo, alla fine si vede solo quello ed è sufficiente a bloccare un'Inter senza mordente e con le batterie quasi scariche. Non un bel biglietto da visita verso la decisiva sfida europea con il Barcellona di martedì. Smalling - prova superlativa - e Mancini (Gianluca) non lasciano respiro ai due bomber interisti, con Lukaku che fallisce maldestramente anche l'unica ghiotta occasione consegnando il pallone a Mirante (poi bravissimo sul diagonale di Vecino) e Lautaro che pur restando il migliore della serie A per tocchi di palla nelle aree avversarie, gira a vuoto. Lisciando nel finale la palla servita da Vecino.

Sotto gli occhi di Totti e del ct Mancini (Roberto), lo spettacolo non è eccelso. Buon per la Roma che con Zaniolo, l'uomo dei rimpianti di casa interista, falso nove per tre quarti di gara prima che entri in scena Dzeko, più per onore di firma, prova ad affacciarsi timidamente dalle parti di Handanovic. Impegnato solo una volta dal talentino dei giallorossi e poi spettatore di una gara che non resterà negli annali. Partita molto tattica e altrettanto noiosa, non degna di due squadre abituate a segnare più gol di tutte nella prima mezz'ora (ieri risultata la più brutta dell'intero campionato) e a mandare a segno 11 giocatori diversi della rosa. E anche quando l'Inter prova ad alzare il ritmo, non trova il guizzo giusto. Finisce con un pari che non porta a recriminazioni, se non quella di parte interista di aver perso un'occasione di allungare sui rivali.

Anche solo per una notte.

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