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Roma vuol essere grande nella sua coppa campioni

Dopo ManCity, oggi Juve, poi Bayern: esami di un trio scudetto. Garcia: "A Torino spot per il calcio italiano, il mondo guarda"

Roma vuol essere grande nella sua coppa campioni

Roma - Tagliare il traguardo delle 50 partite con la Roma in una partita così importante. Tanto che Rudi Garcia parla di settimana fantastica: «Prima la sfida ai campioni di Inghilterra, ora a quelli d'Italia e dopo la sosta anche a quelli di Germania. Facciamo questo mestiere anche per vivere queste situazioni».

Come il collega Allegri, che lui chiama Massimiliano per il buon rapporto che li lega (il no del toscano gli spalancò tra l'altro le porte di Trigoria nell'estate del 2013, ndr ), il tecnico francese opta per il low profile nella conferenza della vigilia. D'altronde la partita non è decisiva - siamo solo a ottobre ed entrambi non vogliono ancora sbilanciarsi su una sfida a due -, lo fu di più nella passata stagione quando arrivò sui titoli di coda del girone di andata. Meglio allora vederla, almeno per Garcia, come «uno spot per il calcio italiano un po' sottovalutato, ci guarderà tutto il mondo e bisognerà fare bella figura. E per noi sarà un'occasione per dimostrare cosa è diventata la Roma. Se vincessimo, i giochi non sarebbero chiusi, ma sul piano mentale potrebbe essere un vantaggio. Intanto mi piacerebbe chiudere questa serie di sette partite nel migliore dei modi».

Le Figaro ha definito Garcia il nuovo Imperatore di Roma, lui che in campionato non ha mai battuto i rivali bianconeri. Uno dei pochi tabù che ancora «macchiano» la fedina giallorossa del condottiero di Nemours. «Non serve pensare al passato, la verità di ieri non è quella di oggi. Diciamo che loro giocano con lo stesso modulo, anche se un po' la Juve è cambiata. Hanno dei punti deboli, giocano alti, possono lasciare spazi. Rimane la loro aggressività, hanno un Tevez che può essere decisivo, ma noi siamo pronti ai contrasti come l'Atletico. Dobbiamo essere in grado di recuperare la palla e non possiamo farlo con le scarpe da danza... Tutti i miei giocatori non infortunati hanno piena energia, abbiamo avuto cinque giorni per recuperare dopo Manchester».

Già, la sfida in terra inglese che ha regalato elogi e la consapevolezza di una Roma che sta crescendo anche in Europa. Oggi allo Stadium giocherà la stessa formazione, con Skorupski ancora tra i pali (De Sanctis fermo ai box e nemmeno convocato, tra i portieri che Garcia porterà a Torino c'è anche Gabriele, il figlio di Luca Marchegiani, ex numero uno di Lazio, Torino e nazionale, ndr ) e Florenzi terzo elemento del tridente. «Loro restano favoriti per il titolo, è ovvio - così l'allenatore giallorosso -. Non ha venduto nessuno, ha preso ottimi giocatori e viene da 3 scudetti di fila. Ma non significa che partiamo battuti, né nella sfida diretta né per il campionato, perché non esiste squadra al mondo che è imbattibile. Giocheremo come abbiamo fatto in Champions, con ambizione e per riuscire a mettere in difficoltà la Juve. È bello potersela giocare».

Rispetto a nove mesi fa, è già un passo avanti. Fioretto o sciabola che la Roma userà oggi, l'importante per Rudi Garcia è dare continuità a quanto di buono visto visto nei primi 40 giorni della stagione. «L'arma in più per noi è l'atteggiamento di squadra che porta a giocarci ogni partita al 100 per cento. E non firmerei per un pari, dipenderà dalla partita, se una squadra merita di vincere e poi prende un solo punto è sempre deludente...».

Ma sotto, sotto, uscire imbattuto dallo Stadium stavolta non gli dispiacerebbe affatto.

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